Gricignano d’Aversa. Primo caso di vaiolo delle scimmie nel Casertano. Si tratta di un italiano che lavora nella base Us Navy di Gricignano d’Aversa e che nelle scorse settimane avrebbe effettuato un viaggio in Africa e che avrebbe manifestato qualche sintomo al ritorno a lavoro.
La positività è stata accertata dall’ospedale Cotugno di Napoli il 18 luglio scorso. Da informazioni che l’Asl di Caserta ha ricevuto dal responsabile medico della base Us Navy, è emerso che il paziente sta migliorando ed è in isolamento presso il presidio sanitario della base statunitense.
La parola agli esperti
”Dobbiamo preoccuparci, senza sollevare allarmismi”. A dirlo è Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, commentando l’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie che l’OMS ha dichiarato emergenza sanitaria di interesse internazionale. Gli attuali dati indicano un trend fortemente in crescita, rispetto ai casi notificati negli anni precedenti e che si attestavano nell’ordine di qualche decina di casi. ”Nell’ultimo bollettino dell’ECDC, i casi segnalati nel corrente anno in trentasei Paesi europei sono stati 10.600. Nella lista dei Paesi maggiormente colpiti, l’Italia si posiziona in settima posizione con 407 casi, mentre nelle primissime posizioni si colloca Spagna, Regno Unito e Germania con 2.835, 2.115 e 2.033, rispettivamente. Questa malattia si combatte con l’arma della prevenzione insieme all’autodenuncia da parte di chi manifesta i segni tipici della malattia, quali vescicole, pustole, febbre, linfoadenomegalia, dolori muscolari e quant’altro”. Il Monkeypox (vaiolo delle scimmie) riconosce due clade, o ceppi, virali, ovvero il clade occidentale, ”meno aggressivo, che determina la morte in meno dell’1% dei soggetti infetti” e il clade dell’Africa centrale ”più aggressivo, che determina la morte dell’11% dei colpiti”.
Limone spiega: ”Oggi in Europa circola il clade occidentale, meno patogeno e difatti non sono state registrate vittime tra la totalità di persone affette da vaiolo delle scimmie. Dobbiamo quindi utilizzare per il controllo della malattia le strategie più efficaci della prevenzione quali, il rintraccio tempestivo dei contatti dei pazienti infetti, la diagnosi rapida del cittadino con lesioni sospette, l’autodenuncia e la vaccinazione delle categorie a rischio tra cui operatori sanitari, persone non vaccinate durante la campagna anti vaiolo, e persone con diverso orientamento sessuale”.