All’indomani dalla sentenza di primo grado che condanna all’ergastolo i fratelli Bianchi, due dei quattro aggressori dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte. L’opinione pubblica non tarda a rimarcare che “giustizia è stata fatta”.
Colleferro, cittadina situata alle porte di Roma, da qualche anno è tristemente nota per l’accaduto di quella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, in cui un innocente, un ragazzo coraggioso, ha perso la vita, nel tentativo di salvare un suo compagno da una delle solite risse che avvenivano il sabato sera.
I giovani di Colleferro, raccontano infatti che la violenza, le risse nei locali del centro, erano all’ordine del giorno, spesso causate proprio dai Bianchi e dal loro “branco”. “Quando entravano loro nei locali tutti gli altri uscivano”, così racconta una ventiduenne.
La piccola cittadina laziale, così come i suoi paesi limitrofi, sono finite sotto i riflettori, portando alla luce realtà preesistenti ma dalle quali, purtroppo, nessuno poteva ribellarsi. Realtà fatte di atti violenza, di silenzi e talvolta di omertà, ma che, grazie al coraggio di un ragazzo, non rimarranno azioni impunite.
Il governo Conte, proprio in seguito alla vicenda, varò innalzamenti delle pene per il reato di rissa, introducendo anche il “Daspo Willy”: il divieto d’accesso in locali pubblici per chi si è reso protagonista di violenze o disordini.
Un omicidio che ha inorridito ed indignato l’Italia intera. Ma la pena, seppur giusta, non riporterà indietro una vita strappata troppo presto. Una vita della quale però, non svanirà mai il ricordo.