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Decreto Dignità, Diglio: “C’è qualcosa da rivedere”

Valle di Suessola. Il decreto dignità, nato per scoraggiare la precarietà lavorativa, ma si sta in qualche caso rivelando un’arma proprio contro i lavoratori precari. Soprattutto in quei settori in cui l’instabilità è molto presente.

Avere in mano un contratto di soli 12 mesi, dopo il quale non è previsto nessun rinnovo.

Ci sono lavoratori, che hanno un’esperienza decennale con i contratti a tempo determinato, questo “benservito” di massa, con il decreto dignità.

I datori di lavoro di fronte al decreto che fissa il limite di durata del contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o in somministrazione a dodici mesi, preferiscono sostituire continuamente i propri dipendenti, piuttosto che dovere assumere quelli già esistenti a tempo indeterminato.

In realtà, il decreto prevede anche un’altra possibilità e cioè che un contratto possa essere prorogato fino ad un massimo di 24 mesi, ma solo se ricorre una delle condizioni particolari previste dalla legge e se si indica la causale sul contratto. Ossia, il motivo per cui l’azienda ha deciso di assumere una persona a tempo determinato e non a tempo indeterminato.

Il problema è che nessun datore di lavoro vuole rischiare di sbagliare e finire in un contenzioso legale, così la maggior parte di loro opta, per contratti di una durata non superiore agli 12 mesi. Dopo i quali non servono motivazioni per lasciare a casa qualcuno.

In questo modo i precari, già ampiamente sfruttati, sono entrati in un turn-over peggiore. 
Fino a prima del decreto dignità i lavoratori riuscivano a lavorare ininterrottamente almeno per trentasei mesi, adesso neanche per un anno e solo in rari casi per ventiquattro mesi. 
Questo vuol dire,  che si lavora in situazioni di precariato sempre peggiori con un alto livello di stress. 

Dopo la Job Acts la riforma del lavoro, abolizione art.18, e stata una riforma per licenziare non per assumere, e la sostituzione del lavoro a tempo indeterminato con il lavoro precario a vita, i lavoratori cosi non raggiungeranno mai i contributi per la pensione, e a una certa età verranno cacciati via come bestiame da lavoro, hanno creato un mercato del lavoro come una fiera del bestiame. 
con Il DECRETO DIGNITÀ il contratto di lavoro a tempo determinato è stato messo nuovamente sotto i piedi….

Penso che il decreto dignità abbia una finalità giusta, ma credo che vada rivisto qualcosa, come per esempio imporre alle aziende un numero massimo di ricambi tra i lavoratori.

Raffaele Diglio
Già consigliere provinciale uil/uiltec Avellino Benevento