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Politica e clan, il giallo del libro mastro dell’imprenditore pentito

CAPUA. Udienza di transizione ieri nel processo su politica e clan a Capua nel quale sono imputati l’ex sindaco Carmine Antropoli e gli ex assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela. Gli avvocati difensori hanno rinunciato ad ascoltare due teste, un operatore ecologico e un imprenditore, e quindi l’intero appuntamento è stato incentrato sull’analisi del libro mastro redatto dall’attuale collaboratore di giustizia Francesco Zagaria detto “Ciccio ‘e Brezza”.

Secondo gli accertamenti scientifici dei Ris il libro mastro sarebbe stato vergato da Zagaria tra il 2017 e il 2018 ma la difesa ha spostato le lancette all’indietro di oltre tre anni. Nella prossima udienza si conoscerà esattamente la datazione del manoscritto

In una udienza dell’anno scorso Zagaria raccontò di aver cominciato ad intrattenere rapporti con i politici capuani fin dal 2006 quando un suo amico lo mise in contatto con Ricci. L’imprenditore si era già trasferito da tempo a Capua (“Era una questione di principio prendere gli appalti lì”), ma essendo originario di Casapesenna continuava a millantare la parentela col boss Michele Zagaria.

Proprio dopo la cattura dell’ex primula rossa “Ciccio ‘e Brezza” cominciò ad avere un ruolo sempre più centrale nelle vicende del clan. E poi i voti, i lavori, i rapporti personali. Molto, se non tutto, messo nero su bianco nel manoscritto che potrebbe essere la chiave di volta del processo su politica e camorra.

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