MARCIANISE. Il denaro dell’usura dei Belforte finiva nel circuito Pellicano e serviva per pagare stipendi e fornitori. E’ questo lo scenario tracciato nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Paolo Siciliano, patron della nota catena di supermercati.
Secondo il gip Baldassarre Paolo Siciliano ha reimpiegato il denaro degli assegni emessi dalla vittima per far fronte a debiti a tasso usuraio concesso con i vari indagati.
Il denaro veniva poi adoperato – secondo la Dda – da Siciliano per pagamenti ed operazioni delle proprie aziende e quindi immesso in un circuito economico apparentemente lecito che in questo modo è stato finanziato in maniera illecita.
In realtà Siciliano era stato anche ascoltato dagli investigatori durante le indagini adducendo delle giustificazioni che sono poi state giudicate non veritiere dalla Dda. In particolare il patron di Pellicano venne ascoltato dalla Guardia di Finanza di Marcianise il giorno di San Valentino del 2017: un verbale che è poi finito agli atti insieme agli assegni già acquisiti nel corso dell’indagine che ha portato agli arresti della scorsa settimana.