Il mezzanino è stata una moneta coniata intorno al 1348 dalla Repubblica di Venezia, durante uno dei periodi più bui e inquieti della storia europea: gli anni della Peste Nera.
L’epidemia di peste che afflisse l’Europa tra il 1346 e il 1353 scoppiò in oriente negli anni ’30 del XIV secolo, precisamente in Mongolia, diffusa dai roditori. Il morbo giunse in occidente attraverso le navi dei genovesi: durante l’assedio di Caffa, in Crimea, al tempo ricca colonia genovese, a opera dell’Orda d’Oro, i soldati mongoli gettarono con le catapulte i cadaveri degli appestati all’interno delle mura della città, infettandone la popolazione. I soldati e i marinai in ritorno in patria portarono con sé la malattia, che ben presto si diffuse in tutto il continente europeo.
La Peste Nera causò circa 20 milioni di vittime, mutando completamente il mondo e i suoi equilibri politici e sociali. Alcuni storici, infatti, tendono a identificare con questo evento la fine del Medioevo: dopo la Peste, l’Europa avviò quel processo di trasformazione socio – culturale che portò poi all’Umanesimo e quindi al Rinascimento. Un esempio di tale processo può essere il Decameron di Giovanni Boccaccio, raccolta di novelle composta e ambientata proprio durante l’epidemia, destinata a influire sensibilmente sulla lingua e la cultura italiana.
Venezia, così come quasi tutte le capitali del tempo, fu anch’essa duramente colpita dalla Peste. Sotto il dogato di Andrea Dandolo (1343 – 1354), nella Repubblica duramente vessata dal morbo, venne coniata una nuova moneta, il mezzanino detto “del cero”. Tuttavia, la moneta non era del tutto nuova a Venezia: già intorno al 1331, infatti, il doge Francesco Dandolo coniò una moneta d’argento con lo stesso nome e le medesime caratteristiche.
La particolarità del mezzanino del cero sta nelle sue incisioni. Al dritto, infatti, la moneta presenta San Marco che porge ad Andrea un cero acceso, a simboleggiare che il santo affida la protezione della Chiesa veneziana nelle mani del doge. Al rovescio, invece, vi è raffigurata la resurrezione di Cristo dal sepolcro, interpretata come un simbolo di speranza e di rinascita per tutta la popolazione, colpita e angustiata dalla temibile epidemia. La bellissima moneta voleva essere un monito destinato a tutti i veneziani: oltre la morte e l’oscurità vi è la via della luce e della rinascita, la stessa che poi condusse l’Europa e il mondo intero fuori dal morbo e verso la modernità.
Oggi, il valore del mezzanino del cero, simbolo e memoria tangibile della grande Peste Nera, ha un valore di circa 290,00 Euro.