San Felice a Cancello. C’è grande fibrillazione in città da qualche giorno per via della presenza di un collaboratore di giustizia della camorra sanfeliciana.
L’uomo che manca dal territorio da tanto tempo, cioè quando ha cominciato il programma di protezione, si trova qui da almeno 4 giorni per visita ai parenti dopo un lutto.
L’aspetto preoccupante è che questo soggetto, dal profilo criminale di spicco, è stato visto anche per strada da più persone, alcune delle quali sono pregiudicati.
Lui, qui a San Felice a Cancello, mentre il nucleo dei suoi conviventi è rimasto in una località protetta del Nord Italia, sembra quasi un paradosso, ma le indiscrezioni che ci arrivano dal territorio sono attendibili.
La notizia della presenza di questo personaggio non è stata presa benissimo, negli ultimi anni gli equilibri della criminalità locale sono molto cambiati, con l’asse attualmente esistente con i gruppi caudini oltre il ponte di ferro di Arpaia.
Estorsioni sì, ma soprattutto ad andare per la maggiore è lo spaccio della droga.
Inoltre c’è un precedente che incute timore e risale a poco meno di due anni fa, quando il boss Antonio Papa, alias o Picciuott, appena dopo essere stato scarcerato, reduce da una lunghissima detenzione fu subito gambizzato tra Arpaia ed Arienzo.
Non era manco arrivato che fu subito “battezzato”…
Naturalmente Papa non è un pentito ma comunque era stato, seppure per pochi mesi, un reggente del clan.
Lo scorso anno un altro pentito della camorra locale, Vincenzo Tardi, balzò agli onori della cronaca perché fu intercettato al telefono con un parente della zona.
Nonostante fosse in una località protetta era a conoscenza di tanti fatti e situazioni che poi hanno portato all’ultima retata del clan, con le conseguenti e recenti condanne in primo grado.