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Sant’Antuono ’22, festa a due facce tra pandemia e divisioni

 

MACERATA CAMPANIA. È una festa di Pastellessa “particolare” quella di quest’anno, la seconda segnata dalle restrizioni dovute alla pandemia da covid, che non hanno consentito ai maceratesi di vivere l’appuntamento piu’ atteso dell’anno. Ogni anno, già nel mese di settembre, si sentivano le prove delle battuglie che, riunite in alcuni cortili del paese, cominciavano ad accordare gli strumenti e ad armonizzare i ritmi tipici di una festa secolare, inserita dall’Unesco nel Patrimonio Immateriale dell’Umanita’.

Un traguardo importante per un piccolo centro, raggiunto grazie all’associazione “Sant’Antuono e le Battuglie di Pastellessa” nata nel 2008 in seno alla locale parrocchia di San Martino Vescovo. Un’associazione nata «dall’unione fra l’antico Comitato Sant’Antonio Abate e le Battuglie di Pastellessa di Macerata Campania, [..] apolitica, apartitica e senza fine di lucro», recita lo statuto, volta ad unire il “sacro ed il profano”, cioè la festa tipicamente religiosa e le sue manifestazioni esterne. Un esempio di profonda sinergia fra il sindaco di Macerata Campania, che assicura il regolare svolgimento delle attività non liturgiche, ed il parroco chiamato a vigilare sulla dimensione cristiana della festa, che rimane legata alla ricorrenza di Sant’Antonio abate, festeggiato dalla Chiesa Cattolica il 17 gennaio.

E il risultato è stato sempre e pienamente raggiunto se la manifestazione ha richiamato l’attenzione di televisioni, giornalisti e tanti che raggiungono Macerata anche da fuori regione. Purtroppo le cose quest’anno sembrano essere andate diversamente visto che sia il comune che la parrocchia hanno pubblicato ed affisso per le strade cittadine il loro programma dei festeggiamenti. Il comune, dal canto suo, ha organizzato alcune iniziative on line (una mostra, un dibattito con i protagonisti della festa, alcuni laboratory di pastellessa) e i fuochi pirotecnici che saluteranno il giorno della festa.

La parrocchia si è preoccupata di curare l’aspetto religioso: le celebrazioni liturgiche, la cresima amministrata dall’arcivescovo di Capua Salvatore Visco, la benedizione del fuoco e degli animali. Ma l’impressione, confermata da alcune “puntualizzazioni” affidate ai social network dagli attori della “diatribe” e relative supporters, è che si sia tornati all’eterna lotta tra Peppone e don Camillo che, in un contesto così mutato, non hanno più motivo di esistere anzi possono essere causa di scollamento tra fede e vita, da cui l’insegnamento della Chiesa mette in guardia. E si sa, i maceratesi sono molto legati alla festa di pastellessa e ai carri, cui almeno una volta nella vita ha preso parte qualsiasi maceratese doc.

Da dove nasce la diatriba? Non è dato saperlo, almeno in via ufficiale, ma la consegna quest’anno del premio “Historia Loci” a don Gianfranco Boccia ha una potenza esplicativa notevole. Don Gianfranco è stato parroco di Macerata dal 2001 al 2014 e primo fautore dell’associazione nonché suo direttore spirituale e sotto la sua reggenza la festa di Pastellessa ha vissuto il suo momento d’oro. L’unione fa la forza e tutti sperano che l’edizione 2023 della Festa di Pastellessa, finalmente libera dalla pandemia, ritorni ad essere motivo di gioia per tutti.