Skip to main content

Covid, l’appello dei fotografi allo Stato: “Troppe spese extra”

Di 29 Dicembre 2021Attualità

Napoli. L’AFVPAssociazione Fotografi Videografi Professionisti – ha lanciato un grido d’allarme per la complessa crisi economica che sta affrontando la loro categoria.

La pandemia da Covid-19 ha portato dietro di sé una serie di conseguenze e per i fotografi e i videografi, che hanno subìto spesso annullamenti di cerimonie ed eventi programmati, la situazione è diventata insostenibile.

Nel comunicato diramato dall’AFVP si legge la richiesta di aiuto rivolta alle istituzioni per fronteggiare le spese extra ed evitare di chiudere le loro attività:

Oggi per noi fotografi di eventi è diventato impossibile lavorare, dopo due anni di sofferenze lavorative (penalizzati dalle norme introdotte in risposta alla pandemia, che hanno reso praticamente impossibile svolgere un matrimonio in larga parte dei due anni), ci troviamo con le spalle al muro. 

Per lavorare dobbiamo affrontare spese economiche a cui lo Stato ci obbliga ma non ci sostiene. Tamponi, mascherine, dispositivi di protezione individuale, tutte spese che noi dobbiamo effettuare senza nessun rimborso, e mettendo a rischio la nostra salute. 

Nonostante le vaccinazioni fatte e nonostante i nostri studi siano sanificati, il governo continua a chiedere senza dare alcun aiuto soddisfacente. Questa situazione è diventata insostenibile.

Torniamo a casa dai nostri cari dopo un matrimonio o un qualunque altro servizio fotografico cerimoniale, rispettando le regole e i protocolli, ma sapendo che potremmo comunque portare il contagio nelle nostre famiglie. 

Tra noi ed i nostri collaboratori sarebbe controproducente chiedere il rimborso ad una coppia di sposi, e nemmeno è una scelta percorribile far ricadere sui clienti i costi maggiorando i prezzi in un periodo di difficile crisi economica come quella che sta attraversando il paese.

 

Per rispettare i protocolli abbiamo spese extra che nessuno ci rimborsa. Vogliamo rispettare le regole ed i protocolli, come è giusto che sia, ma non vogliamo distruggere economicamente le nostre attività》.