Ad oggi sono soltanto quattro, in Campania, i vini che hanno ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taburno e Taurasi); 15 le denominazioni di origine controllata. Le eccellenze regionali in ambito vinicolo, però, non si esauriscono certo qui.
E’ per questo motivo che l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, all’interno di un convegno organizzato dall’amministrazione comunale di Castelvenere, ha sottolineato l’importanza di una Denominazione di Origine Protetta che raccolga tutti i prodotti pur nella loro specifica identità locale.
Queste le sue parole: “Occorre creare un’unica Denominazione di Origine Protetta ‘Campania’, com’è stato fatto qualche decennio fa in Sicilia“. Credo sia opportuno ripensare a un ri-branding del vino campano e posizionarlo bene sui mercati internazionali. Abbiamo la fortuna di avere un territorio attrattivo di cui il vino è un importante testimone.
Nicola Matarazzo, coordinatore dei consorzi enologici, pur senza smentire le parole di Caputo porta all’attenzione la necessità di un’analisi preliminare molto attenta: “Abbiamo bisogno di acquisire dati certi. L’obiettivo è quello di aumentare la reputazione dei nostri vini e il mercato globale non persona gli errori”.
Insomma, una dop campana sembra essere l’obiettivo comune e una meta raggiungibile. L’assessore regionale all’Agricoltura ha fatto sapere di essere pronto a mettersi al lavoro nell’immediato. Verrà dunque avviata, nei prossimi giorni, la discussione sui tavoli tecnici e scientifici: un’ottima notizia per tutto il settore.