SANTA MARIA CAPUA VETERE. Assume connotazioni preoccupanti il focolaio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Attualmente sono 41 i positivi nella struttura tra agenti e reclusi. I detenuti sono situati tra il reparto Nilo, dove sono partiti i primi casi al punto che l’area era stata cristallizzata, e il Danubio.
Attualmente i colloqui sono bloccati e sostituiti dalle videochiamate come durante la fase più acuta della pandemia mentre i pacchi vengono smistati regolarmente e per la cucina è stato approntato un piano di emergenza. In queste ore è stato effettuato un nuovo giro di tamponi il cui esito sarà reso noto nelle prossime ore.
Chiesto Open Day per vaccinare detenuti
“Cosa aspettano ancora i Ministri alla Salute e Grazia e Giustizia ad istituire un Open day nelle strutture campane come in tutte le altre del Paese, con le stesse modalità con cui si svolgono gli Open day fuori?” È la domanda che viene dal segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo, che riferisce di 14 detenuti in isolamento a Udine, 16 a Brescia, 4 ad Agrigento. “Non possiamo aspettare i tempi degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per 132,9 milioni di euro, utilizzabili dal 2022 al 2026 per la ‘costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture’, tra l’altro senza ancora disporre di progetti esecutivi e senza indicare cosa fare in materia di tutela della salute, sottovalutando la grave carenza di ambulatori e reparti specifici per detenuti malati cronici.
È da tempo che ripetiamo inascoltati i nostri appelli: l’obbligo vaccinale per il personale penitenziario, che ci vede convintamente favorevoli, non da oggi, non risolve in alcun modo la prevenzione dalla diffusione del Covid se l’obbligo non viene esteso a tutti, a cominciare dai detenuti e dai familiari e dagli avvocati dei detenuti. Altro che Super Green Pass, secondo le prescrizioni che “fuori” scattano in questi giorni”Dentro” siamo fermi alla prima vaccinazione e non esiste l’alibi di detenuti no-vax, un’assoluta minoranza rispetto al numero complessivo della popolazione carceraria. È una situazione -conclude Di Giacomo – che riprova la tesi coltivata da parte dello Stato del carcere completamente avulso dal resto della città dove invece si punta ad accrescere controlli e azioni di contrasto al Covid.