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Gang dei falsi sinistri, svolta decisiva per un’indagata chiave

 

CASAGIOVE. Svolta decisiva per Rosa Palmiero, arrestata nell’inchiesta sui falsi sinistri. Il gip del tribunale Rossi ha accolto l’istanza presentata dal legale di fiducia dell’indagata, l’avvocato Giuseppe Foglia, disponendo la revoca degli arresti domiciliari per la donna che torna libera.

Nel corso dell’interrogatorio si era avvalsa della facoltà di non rispondere ma ora le esigenze cautelari sono venute meno.

La genesi dell’indagine

Per la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha condotto le indagini, gli indagati avrebbero messo su un’associazione dal modus operandi ben collaudato, in cui vi erano falsi testimoni e false vittime, e due legali di “fiducia” che curavano le pratiche da trasmettere alle Compagnie Assicurative; pratiche che venivano rese più attendibili con il coinvolgimento di minori quali vittime dei falsi incidenti.

Bimbo ferito nella truffa

Tra gli episodi emersi quello di un ragazzo di 11 anni, cui tre indagati, tra cui la madre, hanno provocato lesioni consistite, come emerge dal referto redatto dai medici del pronto soccorso, “in un trauma facciale con escoriazioni al labbro inferiore e allo zigomo sinistro e frattura dei margini incisali”. In ospedale la donna ha spiegato ai medici che il figlio era stato vittima di un incidente stradale ed è così riuscita ad avere il risarcimento. L’indagine è partita nel 2018 in seguito al tentativo di un uomo, poi indagato, di incassare un assegno contraffatto presso un ufficio postale di Santa Maria Capua Vetere.

Il tariffario

Le indagini dimostrano che – secondo la Procura – le frodi avvenivano con la complicità di un avvocato che curava, stando alle accuse, per conto di Palmiero, le attività di predisposizione delle pratiche relative ai “falsi sinistri” per poi divere i proventi col capo: “Faceva insieme a lui. Una lettera prendevano 5mila euro, 2mila ad Adriano e 3mila euro a lui”.

La somma di 5mila euro è quella che venne saldata per i danni fisici, poi rivelatisi non dovuti ad incidente, a un ragazzino figlio di un’indagata. Il piccolo si era rotto un dente in circostanze poco chiare ma comunque per un incidente domestico ma la coppia si era attivati per mettere in scena un falso sinistro e incassare il premio assicurativo con tanto di fotografie. Il gruppo poteva contare anche su un falso testimone.