Skip to main content

Polveriera carcere, picchiato agente della penitenziaria

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. E’ di poche ore fa la notizia dell’ennesima aggressione ai danni dì un uomo della Polizia Penitenziaria. Questa volta all’interno dell’istituto di Santa Maria Capua Vetere. Il Coordinamento Fp-Cgil esprime la propria solidarietà ai colleghi vittime di tali brutalità e condanna ogni violenza ovunque si verifichi.

E’ finito in ospedale

La  nuova aggressione ai danni di un agente penitenziario del carcere di Santa Maria Capua Vetere viene denunciata da Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria-Sappe.

“Nella giornata di ieri – spiega in una nota – ad un assistente di polizia in servizio nel reparto Tevere del carcere di Santa Maria Capua Vetere un detenuto ha sbattuto con violenza sul viso lo spioncino della porta della cella. Il recluso pretendeva di andare in infermeria senza motivazione e fomentava anche le proteste della restanza popolazione detenuta della sezione. Il collega ferito è stato trasportato in ospedale a mezzo 118”. Fattorello ricorda che “proprio di recente il segretario generale Sappe Donato Capece, dopo una visita al penitenziario sammaritano, ha avuto modo di segnalare ai vertici dell’Amministrazione le criticità della struttura, il bisogno di adeguare gli organici di Polizia Penitenziaria nonché di allontanare un gruppo di detenuti problematici e facinorosi che destabilizzano una realtà dai difficili equilibri dopo i noti fatti. Il Sappe Campania esprime solidarietà e vicinanza al collega aggredito augurandogli una veloce ripresa”. “Quel che è accaduto a Santa Maria Capua Vetere – interviene Capece – è di una violenza inaccettabile e ci ricorda, per l’ennesima volta, quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze. Basta! I vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria si sveglino dal torpore nel quale si trovano e adottino con urgenza immediati provvedimenti”.

Da lunedì 22 novembre, intanto, prenderà servizio al carcere sammaritano la task force composta da 12 unità di personale di Polizia Penitenziaria, incaricato di osservare la specificità dell’istituto e di analizzare le criticità. L’iniziativa, condivisa dalla Direzione e dal comandante di reparto dell’istituto, è volta a ristabilire il ritorno alla serenità lavorativa di tutti gli operatori penitenziari della struttura dopo le note vicende che lo hanno investito.

 

Le reazioni

“Tali episodi, che si moltiplicano con cause e protagonisti differenti, definiscono i contorni di una condizione di scarsa attenzione alla sicurezza delle strutture carcerarie , stante la sequela di aggressioni che giornalmente registriamo in tutta Italia” afferma Orlando Scocca Coordinatore Regionale FP CGIL Polizia Penitenziaria.

Stefano Branchi (Coordinatore Nazionale): “oggi si è verificato a Santa Maria C.V., molto probabilmente, domani sarà notizia di un altro carcere! Le aggressioni subite dal personale di Polizia Penitenziaria aumentano di anno in anno e l’amministrazione Penitenziaria non riesce a riesce a trovare soluzioni adeguate”

Mirko Manna della FP CGIL Nazionale Polizia Penitenziaria: “Visto il pericoloso e irrefrenabile sovraffollamento delle carceri, nonostante i segnali d’allarme lanciati da tempo dalla FP CGIL, appare evidente e necessario che nei vari Istituti penitenziari debba essere decretata una più corretta gestione del personale, nonché un’organizzazione del lavoro capace di impedire il ripetersi di episodi di tale gravità con appositi protocolli di ingaggio che consentano il ripristino della sicurezza e non siano lesivi per l’utenza. Quello che chiediamo come FPCGIL Polizia Penitenziaria è un ambiente di lavoro sicuro, dove le donne e gli uomini in divisa blu possano operare senza rischi per la personale incolumità e a tutela della incolumità dì tutti quanti vivono e lavorano in carcere.”