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La Cassazione conferma le condanne per il clan sannita

Regionale. Confermata dalla Cassazione, tranne per un imputato per il quale è scattato l’annullamento con rinvio, la sentenza con la quale la Corte di appello, il 21 marzo 2017, aveva condannato undici delle trenta persone – erano state assolte dal gup del Tribunale di Napoli con rito abbreviato, nel febbraio 2015- chiamate in causa dall’indagine (‘Tabula rasa) coordinata dal pm della Dda Luigi Landolfi, e condotta nel 2014, dai carabinieri, contro la cosca Sparandeo.

Associazione per delinquere di stampo camorristico, associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, spaccio ed estorsione, queste le accuse contestate a vario titolo.

Come si ricorderà, i giudici di secondo grado avevano deciso le condanne, per associazione di stampo camorristico, di Arturo Sparandeo, 66 anni (11 anni, 1 mese e 10 giorni), Arturo Sparandeo, 36 anni (15 anni e 4 mesi), Corrado Sparandeo, 62 anni (11 anni, 1 mese e 10 giorni), Saverio Sparandeo, 57 anni (11 anni, 1 mese e 10 giorni), Stanislao Sparandeo, 40 anni (10 anni).

 

Arturo Sparandeo (classe ’83) e Stanislao Sparandeo erano stati ritenuti responsabili anche di associazione finalizzata allo spaccio di droga. Un’imputazione, quest’ultima, per la quale erano stati condannati anche Corrado Sparandeo, 33 anni (16 anni), Mirco Botticelli, 26 anni (8 anni e 8 mesi), Francesco Norice, 30 anni (8 anni e 8 mesi), Mario Russo, 34 anni (7 anni e 4 mesi), tutti di Benevento. Per Giancarlo Baiano, 33 anni, di Napoli (10 anni), l’annullamento con rinvio.

Infine, condannato per spaccio a 3 anni e 4 mesi Silvio Sparandeo, 54 anni. Nel collegio difensivo: Antonio Leone, Vincenzo Sguera, Domenico Dello Iacono, Gerardo Giorgione, Filippo Sgubbi e Stefano Prontera.