Per molti questo doveva essere l’anno della svolta, dal punto di vista della trasmissione tecnologica, del calcio. Un po’ a sorpresa, almeno per quanto riguarda la percezione degli utenti, dopo anni di monopolio targato Sky e Mediaset Premium, i diritti tv del primo sport nazionale sono finiti tra le mani di broadcast streaming.
Questo, se da un lato ha permesso un abbassamento dei costi per il consumatore, dall’altro, fin dall’inizio del campionato di Serie A, ha portato a problemi e malfunzionamenti di diverso genere, i quali hanno fatto storcere infervorare quanti proprio non ci stanno, e giustamente, a pagare senza riuscire a seguire in maniera integrale la partita della propria squadra del cuore.
Anche nei posticipi dell’ultima giornata, la quinta, le tante segnalazioni degli utenti hanno costretto DAZN a elargire un indennizzo: “Ci scusiamo per l’accaduto e, come annunciato già nel tardo pomeriggio di giovedì, oltre ad esserci attivati prontamente per risolvere la problematica, abbiamo deciso di indennizzare tutti i clienti che hanno subito il disservizio. Per questo motivo ti offriamo un mese di visione di DAZN senza alcun ulteriore costo e senza bisogno di alcuna azione da parte tua”.
E’ inevitabile, dunque, che molti utenti rimpiangano Sky e Mediaset, ovvero i tempi in cui il segnale televisivo era terrestre o, al massimo, satellitare. Inoltre è notizia delle ultime ore la richiesta di maggiore chiarezza sul numero degli ascolti di DAZN avanzata dall’Upa, una delle imprese più importanti nel campo della pubblicità.
Il sistema di misurazione utilizzato dalla tv in streaming, infatti, sarebbe diverso da quello classico dell’Auditel e sprovvisto, quindi, della dovuta certificazioni. E’ chiaro che, in questo senso, le aziende dovranno andare incontro alle esigenze di un servizio fruito non soltanto sul piccolo schermo, come avveniva una volta, ma anche su smartphone, tablet e computer.