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La 10 Lire che vale una fortuna: ecco come fare a riconoscerla

Non fu di certo facile, agli inizi degli anni duemila, abituarsi ad una nuova moneta. Ancora oggi, a distanza di quasi vent’anni, le “vecchie lire” continuano ad alimentare il fascino di tanti nostalgici.

Uno dei motivi principali del passaggio all’euro fu la grande inflazione che interessò in quegli anni la moneta italiana. Alcune di queste ultime, però, come spesso accade agli oggetti cadute in disuso, sono finite nelle mire dei collezionisti.

Ci sono, ad esempio, alcune monete da 10 lire che possono valere una fortuna, basta saperle riconoscere. E’ il caso delle “Olivo”, le ricorderete, che prendono questo nome per la piantina di olivo presente su una della due facce, oppure della “Pegaso”, con il disegno di un cavallo alato.

Realizzate fino al 1950, queste monete, se in buone condizioni, possono arrivare a un valore di 80 euro cadauna se risalgono all’ultimo anno della produzione. Per le prime, invece, quelle coniate nel 1946 o nel 1947, il discorso si fa molto più interessante. Prodotte in numero inferiore, il loro valore spazia dai 1000 ai quasi 5000 euro.

Ma allora come fare a riconoscerle? Come sempre, è fondamentale prestare molta attenzione ad alcuni dettagli. La “R”, ad esempio, deve essere a un po’ di distanza dalla punteggiatura della “L”. Sul lato, inoltre, deve essere presente la scritta “G. Romagnoli e P. Gianpaoli”. Rovistare nei vecchi cassetti, insomma, non costa nulla e si corre il rischio di ritrovarsi con una piccola fortuna.