SANTA MARIA CAPUA VETERE. Sono iniziate questa mattina le udienze davanti al tribunale del Riesame di Napoli a carico degli agenti della polizia penitenziaria colpiti dalle misure cautelari emesse dal Gip di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’indagine della Procura sulle violenze ai danni di detenuti avvenute il 6 aprile 2020 al carcere sammaritano.
Sono 52 gli indagati raggiunti da misure cautelari, ma due agenti sono stati scarcerati dallo stesso Gip che li aveva fatti arrestare: Angelo Bruno è finito in carcere e scarcerato per il venir meno delle esigenze cautelari, visto che nel marzo 2021 è stato riformato per motivi di salute (circostanza emersa solo all’interrogatorio di garanzia) e non fa più parte del Corpo della Penitenziaria. C’è stato poi il caso dell’agente Giuliano Zullo, finito ai domiciliari e rimesso in libertà per errore di persona, perché non era lui l’agente riconosciuto dai detenuti nei video mostrati nei mesi scorsi dalla Procura durante le fase di identificazione dei responsabili delle violenze.
Al netto delle due scarcerazioni, il Tribunale del Riesame dovrà valutare la posizione, e decidere se annullare l’ordinanza di custodia cautelare o confermarla magari mitigando la misura disposta, di sette agenti attualmente in carcere (sono al penitenziario militare di Santa Maria Capua Vetere), 17 agenti ai domiciliari, 23 colpiti da misura interdittiva di sospensione dal lavoro – tra questi il provveditore campano Antonio Fullone – e tre obblighi di dimora. Importante sarà anche la valutazione della posizione dei funzionari che avrebbero deciso la perquisizione straordinaria del 6 aprile 2020, ritenuta illegittima e arbitraria dalla Procura.
Per ora i quattro più alti in grado, dal provveditore Fullone all’ex comandante delle guardie di Secondigliano Pasquale Colucci alla Commissaria Anna Rita Costanzo non hanno parlato con i magistrati attendendo di avere in mano i video e di leggere meglio l’immensa mole di atti di indagine, mentre lo ha fatto l’ex capo della penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere Gaetano Manganelli, che ha respinto ogni addebito. La maggior parte degli avvocati degli agenti punterà sulla carenza di esigenze cautelari come la reiterazione del reato e l’inquinamento probatorio, non più possibile, a parere dei legali, in quanto gli agenti, seppur dovessero essere annullate le misure, resterebbero sospesi amministrativamente per decisione del Dap. Il primo agente ad essere sentito è stato Oreste Salerno, finito in carcere; il suo legale Angelo Raucci ha chiesto l’annullamento per carenza di esigenze cautelari, sostenendo inoltre che il Gip Sergio Enea, nel disporre le misure, non ha distinto caso per caso, facendo una generalizzazione delle posizioni ritenuta in contrasto con il principio della responsabilità personale.