Skip to main content

Soldi non restituiti, titolare della pescheria nei guai. Minaccia choc a impresario: “Ti taglio la gola”

 

CASERTA. Guai per il titolare di una nota pescheria casertana che ora finirà a processo. E’ stato emesso infatti il decreto di giudizio immediato nei confronti di un 30enne imprenditore del settore ittico, molto noto in città ed accusato di usura ed estorsione nei confronti di un impresario di eventi e spettacoli.

 

A fine aprile la Guardia di Finanza di Caserta eseguì un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Procura, dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di L.P., ritenuto gravemente indiziato della commissione di attività usuraie ed estorsive, ai danni di un piccolo imprenditore locale operante nel settore dell’organizzazione di eventi e spettacoli.

Stando alla denuncia della vittima nel novembre 2019, per fare fronte a impellenti necessità finanziarie legate alla sua attività economica e non avendo più la possibilità di rivolgersi agli ordinari canali bancari, si era visto costretto a richiedere un prestito al P., confidando di poter rimborsare in breve tempo il debito contratto (pari a complessivi 15 mila euro, di cui 10 mila a titolo di capitale e 5 mila sotto forma di interessi, con un tasso iniziale del 600%), grazie agli introiti che gli sarebbero derivati da alcuni eventi già programmati per la prossima stagione.

 

Tuttavia, anche a causa del lockdown conseguente allo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, l’imprenditore non era riuscito a restituire la somma originaria pattuita (che, nel frattempo, era repentinamente lievitata in ragione degli elevati tassi di interesse imposti dal patto illecito, fino a raggiungere un importo di 190 mila euro), così da indurre il P. a esercitare gravi azioni di natura estorsiva, culminate sia in aggressioni fisiche che in esplicite intimidazioni e minacce, persino di morte, nei confronti dell’imprenditore e della sua famiglia (“ti ammazzo”, “ti sequestro fino a quando non mi porti tutti i soldi”, “ti taglio la gola” “butto giù dal balcone prima a te e poi a tuo padre”).

 

L’imprenditore si era visto costretto a consegnare una somma di 70mila euro raccolta presso parenti ed amici. Era stato ideato anche un piano di ammortamento del debito in base al quale l’imprenditore avrebbe dovuto versare una rata mensile di mille euro per 10 anni.