SANTA MARIA CAPUA VETERE. “Li abbattiamo come vitelli”; “domate il bestiame” prima dell’inizio della perquisizione e, dopo, quando la perquisizione era stata completata, “quattro ore di inferno per loro”, “non si è salvato nessuno”, “il sistema Poggioreale”, forse in riferimento a una metodologia di contenimento: è quanto hanno letto gli inquirenti della Procura di Santa Maria Capua Vetere e i carabinieri nelle chat presenti sui cellulari degli agenti della Polizia Penitenziaria coinvolti nell’indagine sulle presunte violenze che sarebbero avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il 6 aprile 2020.
Chiesto intervento del Ministro
“È giunto il momento che il Ministero della Giustizia e i vertici dell’Amministrazione prendano coscienza che il sistema penitenziario necessita di una profonda rivisitazione”. Lo sostiene la Fp Cgil a proposito dell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere violenze durante la rivolta del 6 aprile del 2020 che ha portato a 52 misure cautelari nei confronti di appartenenti alla polizia penitenziaria.
“Da tempo abbiamo chiesto ai vertici un incontro finalizzato ad una riorganizzazione, resa ancor più necessaria nella pandemia, per garantire agli agenti di polizia penitenziaria carichi di lavoro sostenibili e un nuovo modello custodiale, insieme ad interventi di ristrutturazione e di implementazione delle tecnologie- afferma il sindacato- Ferma restando la fiducia nella magistratura nell’accertamento delle responsabilità individuali, il nostro obiettivo deve essere quello di ridurre le situazioni di disagio ridando da subito dignità a tutti gli agenti di Polizia penitenziaria, anche a tutela degli stessi detenuti e della qualità del sistema penitenziario”
Gli indagati
Gli indagati sono residenti a Camposano, Nola, Santa Maria Capua Vetere, Marcianise, Cassino, Caserta, Capua, Galluccio, Curti, Piedimonte Matese, Recale, Aversa, Napoli, Francolise, Cervino, Telese Terme, San Felice a Cancello, Macerata Campania, Teano, Sant’Agata de’ Goti, Valle Agricola, Capodrise, Mugnano, Portico, Pozzuoli, Calvi Risorta, Pietravairano, Carinaro, Aversa. Per gran parte di loro non è scattata alcuna misura e sono quindi indagati a piede libero: si tratta di posizioni marginali, finite sotto la lente solo perchè in servizio in reparti coinvolti nelle tensioni del primo lockdown.
I nomi
Pasquale Colucci 1968
Gaetano Manganelli 1976
Anna Rita Costanzo 1977
Salvatore Mezzarano 1981
Alessandro Biondi 1965
Raffaele Piccolo 1964
Giuseppe Crocco 1969
Angelo Bruno 1966
Gennaro Loffreda 1968
Pasquale De Filippo 1971
Gabriele Pancaro 1967
Giacomo Galluccio 1976
Francesco Merola 1966
Michele Vinciguerra 1964
Fabio Ascione 1974
Paolo Buro 1969
Oreste Salerno 1967
Felice Savastano 1967
Gennaro Quisillo 1966
Vincenzo Lombardi 1989
Flavio Fattore 1970
Angelo Ricciardi 1967
Tommaso Calmo 1962
Francesco Vitale 1972
Rosario Merola 1971
Raffaele Piccolo 1973
Antonio De Domenico 1965
Angelo Iadicicco 1974
Arturo Rubino 1968
Roberta Maietta 1980
Salvatore Parisi 1971
Giuseppe Conforti 1961
Massimo Oliva 1970
Nicola Falluto 1984
Michele Piscitelli 1970
Domenico Pascariello 1990
Silvio Leonardi 1995
Gianni Greco 1964
Stanislao Fusco 1969
Salvatore Cecere 1962
Angelo Racioppoli 1965
Eduardo Gammella 1962
Carmine Antonio Zampella 1976
Bruno Acaluso 1969
Gennaro Ottaviano 1972
Nicola Macallè 1964
Giovanni Corrado 1976
Domenico Garofalo 1972
Gennaro Saiano 1973
Biagio Braccio 1965
Michele Sanges 1964
Tiziana Perillo 1975
Nunzia Di Donato 1974
Maurizio Soma 1961
Pasquale Rullo 1962
Giuseppe Di Monaco 1964
Marcello Pezzullo 1966
Giuseppe Rossi 1963
Claudio Di Siero 1964
Mario Rigido 1968
Attilio Della Ratta 1965
Nicola Nuzzo 1972
Domenico Mastroianni 1968
Eugenio Calcagno 1971
Giuseppe Gaudiano 1969
Alessio De Simone 1971
Vittorio Vinciguerra 1973
Alfredo Iannotta 1970
Guido Esposito 1977
Giovanni Guardiano 1995
Crescenzo Carputo 1969
Luigi Di Caprio 1963
Giuseppe Acquaro 1964
Giuseppe Frattolillo 1991
Giuseppe Bortone 1972
Pasquale Merola 1974
Lazzaro Varone 1966
Salvatore Di Stasio 1972
Massimo Ciccone 1962
Giovanni Di Benedetto 1968
Sandro Parente 1970
Nicola Picone 1969
Luigi Reccia 1967
Pasquale Cernicchiaro 1963
Clemente Mauro Candiello
Andrea Pascarella 1987
Giuliano Zullo
Mario D’Ovidio 1965
Giulio Pisano 1964
Marcello Iovino 1964
Pasquale Iannotta
Vincenzo Abbate 1968
Bruno Acamapora 1964
Enrico Abategiovanni 1969
Francesco Mirra 1967
Salvatore Monteforte 1974
Antonio Italiano 1970
Antonio Saldamarco 1975
Stefano Campagnano 1966
Salvatore Pellegrino 1969
Carcere: Salvatore Mezzarano, Oreste Salerno, Pasquale De Filippo, Michele Vinciguerra, Angelo Bruno, Felice Savastano, Gennaro Loffredo, Antonio De Domenico
Domiciliari: Pasquale Colucci, Gaetano Manganelli, Anna Rita Costanzo, Salvatore Piccolo, Giuseppe Conforti, Alessandro Biondi, Angelo Iadicicco, Vincenzo Lombardi, Francesco Vitale, Gabriele Pancaro, Fabio Ascione, Rosario Merola, Raffaele Piccolo, Andrea Pascarella, Giuliano Zullo, Giacomo Goluccio, Claudio De Siero, Clemente Mauro Candiello
Le misure
■ n. 8 misure cautelari applicative della custodia in carcere nei riguardi di un Ispettore Coordinatore del Reparto Nilo e n. 7 assistenti/agenti della polizia penitenziaria, tutti in servizio presso la casa circondariale di S.M.C.V.;
■ n. 18 misure cautelari applicative degli arresti domiciliari nei confronti del Comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti del Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano/Comandante del “Gruppo di Supporto agli interventi”, del Comandante Dirigente pro tempore della Polizia Penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere, della Commissaria Capo Responsabile del Reparto Nilo del medesimo istituto, di un sostituto commissario, di tre ispettori Coordinatori Sorveglianza Generale presso l’istituto e di n. 11 assistenti/agenti della polizia penitenziaria, sempre in servizio presso la Casa Circondariale di S.M.C.V.;
■ n. 3 misure cautelari coercitive dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza nei riguardi di tre ispettori della polizia penitenziaria, tutti in servizio presso la casa circondariale di S.M.C.V.;
■ n. 23 misure cautelari interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente rivestito, per un periodo diversificato, tra i 5 ai 9 mesi, nei confronti della comandante del Nucleo Investigativo Centrale della polizia penitenziaria, Nucleo Regionale di Napoli, del Provveditore Regionale per la Campania, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nonché n. 21 +Assistenti/Agenti della polizia penitenziaria per la quasi totalità in servizio presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Le indagini erano originate dagli eventi del 6 aprile 2020 successivi a delle manifestazioni di protesta di alcuni detenuti ristretti presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere avvenute tra il 9 marzo e il 5 aprile 2020, episodi che rappresentano l’antecedente rilevante alle violenze operate il successivo 6 aprile.