CASAL DI PRINCIPE. Prima gli affari, poi tutto il resto. Anche un compleanno di famiglia può essere interrotto se di mezzo c’è il business. E’ quanto ha dimostrato l’attività investigativa che ha portato al blitz della scorsa settimana con l’arresto di Walter Schiavone nell’ambito dell’inchiesta su mozzarella e clan.
Poco prima di essere spediti in una località protetta per il pentimento del primogenito di Sandokan, Nicola Schiavone, la famiglia è infatti riunita a Casal di Principe per il compleanno di una sorella di Walter.
Dai movimenti monitorati dagli investigatori emerge che la compagna di Walter Schiavone lascia l’abitazione della cognata per incontrare a Villa di Briano un uomo. Secondo l’ipotesi accusatoria si tratta di uno degli indagati nell’inchiesta (Bianco) dal quale la donna incassa 500 euro. Un passaggio che testimonierebbe – secondo la Dda – l’infiltrazione della cosca degli Schiavone nel business dell’imposizione dei prodotti caseari e della mozzarella in particolare.
Forniture per migliaia di euro
Secondo la Dda gli indagati, agendo tramite le società “Bianco Latte” s.r.l. e “I Freschissimi” s.r.l.s., facenti capo a Schiavone Walter e gestite da fiduciari o prestanome, obbligavano vari titolari di caseifici della penisola sorrentina a rifornire in via esclusiva di prodotti le società dello Schiavone per la successiva distribuzione, impedendo, dunque, alle predette aziende di avere rapporti con altri distributori e garantendosi una posizione di illecito predominio nella distribuzione dei prodotti caseari nel comprensorio aversano, con il connesso pregiudizio alla libera concorrenza nel settore di mercato in esame. Gli imprenditori sottoposti alle vessazioni del gruppo Schiavone venivano altresì costretti con condotte estorsive a non riscuotere crediti per decine di migliaia di euro, derivanti dalle pregresse forniture, nonché a vendere i propri prodotti a prezzo ribassato.
Infine, la commercializzazione avveniva in maniera occulta, eludendo il sistema di tassazione fiscale imposto, cioè senza che i marchi “I Freschissimi” e “Bianco latte” comparissero nella documentazione contabile consegnata ai rivenditori al dettaglio. Le entrate delle suddette attività illecite venivano rendicontate dagli indagati con cadenza settimanale direttamente a Walter Schiavone, nonostante questi fosse sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per altro procedimento.