Caserta. L’Associazione Toponomastica femminile, con il contributo delle iscritte di Caserta, ha organizzato un ciclo di conferenze on line dal titolo: «DONNE», con l’intento di presentare, anche attraverso il suggerimento alla lettura di saggi e volumi, figure femminili che hanno contribuito alla storia letteraria, politica e sociale del paese.
Il prossimo 14 giugno ore 18.30 sul canale YouTube dell’Associazione nazionale Toponomastica femminile: https://www.youtube.com/c/toponomasticafemminile, con il titolo «Dalla nascita della Repubblica alla tutela delle lavoratrici» verrà proposta la figura di Teresa Noce, partigiana e madre costituente. Partecipano, all’evento, Paola Cioni, autrice del testo Vivere in piedi, in Donne della Repubblica, AA.VV., con introduzione di Dacia Maraini, pubblicato da Il Mulino, e Debora Migliucci, coautrice del volume Breve storia delle conquiste femminili nel lavoro e nella società, pubblicato da Unicopli. Cinzia Battista introdurrà la conferenza dopo i saluti della referente provinciale della Toponomastica Femminile di Caserta, Fosca Pizzaroni. Interverrà Giuseppe Longo, figlio di Teresa Noce e custode della sua memoria, modera Rosa Maria Clemente, componente del Direttivo SPI Caserta e Coordinamento donne SPI della Campania. Teresa Noce, nasce nel 1900 a Torino, da famiglia poverissima. Autodidatta a undici anni, da sartina, partecipa al suo primo sciopero. Tornitrice alla Fiat Brevetti durante la Grande guerra, dopo la morte del fratello in armi e della madre, si ritrovò sola e fece dell’impegno politico la sua principale ragione di vita. Nel 1919, fondò con altri compagni il Circolo giovanile socialista e nel 1921 aderì al Partito Comunista d’Italia.
Perseguitata dai fascisti, nel 1926 prese, col marito Luigi Longo, la via dell’esilio, in Unione Sovietica e in Svizzera, da dove, col nome di battaglia di Estella, viaggiò continuamente per l’Italia svolgendo attività antifascista. Partecipò alla guerra civile spagnola, poi riparò in Francia, e a Marsiglia, prese parte alla resistenza. Arrestata nel 1943, fu deportata in Germania e in Cecoslovacchia, dove restò ai lavori forzati fino alla liberazione, ad opera dei sovietici. Rientrata in Italia, è nominata nella Consulta e sarà una delle 5 donne che faranno parte della Commissione dei 75, incaricata di scrivere la Carta costituzionale. Durante le sue due legislature in Parlamento, presentò nel 1948 la proposta di legge «Per la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri», che rimase insuperata fino agli anni settanta, e nel 1950, con Maria Federici, la legge per la parità di salario per le donne e per gli uomini, a fronte di uguale lavoro. Espulsa dal PCI, che nell’occasione mise in luce tutto il suo portato maschilista e patriarcale, scrisse e pubblicò, nel 1974, la sua autobiografia, Rivoluzionaria professionale, con la casa editrice La Pietra, poi ristampata nel 1977 da Bompiani.