SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi) Si avviano a conclusione i lavori di restauro e consolidamento intimati dalla locale Procura della Repubblica dell’arco Adriano messo sotto osservazione per caduta di pietre e calcinacci. La ditta specializzata incaricata dal Comune sta portando a termine i lavori e già si notano le catene di consolidamento che abbracciano l’arcata superstite del famoso monumento. Un lavoro di restauro è stato effettuato da maestranze specializzate di una ditta individuata dal comune per una spesa complessiva di ottanta mila euro messi a base dell’impegno.
Riunione operativa e sopralluogo presso l’Arco Adriano di via Capua di tecnici e inquirenti per definire gli interventi a farsi presso lo storico monumento appena posto sotto sequestro preventivo da parte del GIP del tribunale di santa Maria, Francesco Ciocia (Presidente di sezione GIP) per eliminare il pericolo di crolli. Per poter procedere nell’indagine, la Procura della Repubblica presso il tribunale di santa Maria ha aperto un fascicolo a carico di ignoti in attesa di intestarlo a persone (amministratori, tecnici, funzionari della soprintendenza) per procedere negli adempimenti.
I lavori sono stati sollecitati dal pubblico ministero, Nicola Camerlingo (quarta sezione indagini), con l’apporto dei consulenti tecnici nominati dalla stessa Procura, della dottoressa Antonella Tomeo della Sovrintendenza. Il tutto sotto l’attenta vigilanza del sindaco Antonio Mirra e del dirigente l’ufficio tecnico manutenzione del comune, Gennaro Riccio. Molto si è discusso sugli interventi di recupero da fare e sul nuovo piano traffico della zona che dovrebbe comportare la chiusura della corsia che da Capua porta a santa Maria, il divieto di transito dei mezzi pesanti, il rifacimento dell’asfalto per attutire le vibrazioni del traffico ed un recupero strutturale e manutentivo di qualità fatto da ditte specializzate nella conservazione del patrimonio storico.
L’arco Adriano è stato sempre al centro di violente polemiche specialmente dopo gli ultimi incidenti stradali con morti e feriti e che portarono in giudizio tecnici comunali responsabili della cattiva segnalazione del pericolo. Ora l’intervento della magistratura e il restauro da realizzare potrebbero eliminare ogni forma di pericolo, ma sarebbe il caso che un occhio particolare la Procura lo rivolgesse anche all’interno dell’Anfiteatro dove avvengono e si verificano situazioni assurde e di estremo pericolo per i visitatori e per quei turisti che hanno la bontà (veramente pochi) di ammirare il vecchio anfiteatro.