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La Bmw X3 di Culacchiotto lasciata fuori dal carrozziere: così i carabinieri sono arrivati a lui…

Caserta/Teverola. E’ un 42enne di Caserta, Antonio Corvino, il presunto pirata della strada che nella notte tra domenica e lunedì ha investito e ucciso sulla statale Appia a Teverola, nell’hinterland casertano, due giovani immigrati, un 19enne senegalese e un 20enne della Guinea, che erano in bici. L’uomo è stato individuato e fermato dai carabinieri della Compagnia di Aversa, su ordine della Procura della Repubblica di Napoli Nord, in meno di 24 ore dal fatto ed è accusato di omicidio stradale.

 

Ai militari che gli hanno notificato il decreto di fermo, Corvino si è giustificato dicendo di aver avvertito che la “macchina ha urtato qualcosa”, ma di non essersi “accorto che fossero due persone, in quanto era buio”. Determinanti per l’identificazione del 42enne sono stati i controlli effettuati a tappeto dai carabinieri nelle varie carrozzerie della provincia; ma anche alcuni immagini estrapolate dalle telecamere di sorveglianza installate all’esterno di locali della zona hanno fornito un contributo.

 

Alla fine la Bmw X3 di Corvino, ovviamente incidentata, è stata trovata all’esterno di una carrozzeria di Caserta poiché ieri l’esercizio era chiuso essendo domenica. In breve tempo i militari hanno così individuato il conducente; questi, una volta portato in caserma, si è rifiutato di sottoporsi ai test tossicologici, cosa che per legge equivale alla positività. L’ipotesi dei carabinieri è che avesse assunto sostanze psicotrope che ne hanno ridotto la lucidità. Sulla strada dove è avvenuto l’investimento, specie di notte, ci sono parecchie prostitute, e non è improbabile che l’uomo fosse distratto dalla presenza delle donne e non abbia visto i due ventenni che erano in bici a margine della carreggiata. Corvino ha anche riferito di essersi fermato “dopo qualche chilometro in seguito all’urto; uno pneumatico era a terra, mi sono accorto di aver preso una botta e ho chiamato il carro-attrezzi”.

 

Nessuna ammissione dunque sull’investimento, ma sull’auto sono stati trovati i segni inequivocabili dell’urto con le bici. Le due vittime risiedevano in un centro di accoglienza di Casaluce e domenica sera era usciti in bici verso le 22, forse per andare a lavorare come parcheggiatori nei pressi di alcuni locali della zona; circostanza che al momento non è stata riscontrata dai carabinieri. Quel che è certo è che entrambi erano regolari, avevano presentato richiesta di asilo politico, ma l’istanza era stata bocciata; uno aveva quindi ottenuto il permesso temporaneo fino a marzo, mentre l’altro aspettava l’esito del ricorso contro la bocciatura.