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La Buttol replica a Ferrara: “Il tuo atto non ha nulla di giuridico. Siamo noi che lasciamo l’appalto”

San Felice a Cancello. Si prevede davvero una battaglia legale a San Felice a Cancello sul fronte della raccolta rifiuti. Se il Comune con una determina ha ufficializzato la risoluzione del contratto (leggi qui) dal lato dell’azienda arriva una nota di diverso tenore che non fa presagire nulla di buono.

Ecco la nota con tanto di titolo, giusto per far capire meglio

LA BUTTOL LASCIA L’APPALTO DI SAN FELICE A CANCELLO:

«MESSA IN MORA AL COMUNE INADEMPIENTE»

 

Allo scadere del termine indicato nella diffida inviata a fine marzo, la Buttol Srl conferma la volontà di lasciare l’appalto di San Felice a Cancello attraverso una risoluzione contrattuale. Nei quindici giorni concessi all’amministrazione comunale non si è registrato alcun segnale teso ad affrontare le questioni indicate nella diffida, costringendo l’azienda a una messa in mora. La società vanta crediti per un milione di euro. Una serie di inadempienze contrattuali hanno portato la Buttol a gettare la spugna. Si tratta del mancato pagamento dei canoni, della ritardata liquidazione dei canoni oltre il termine di 30 giorni previsti dal contratto d’appalto, del mancato pagamento del maggior costo di smaltimento della frazione umida, del mancato pagamento del servizio di raccolta rifiuti presso gli utenti positivi al Covid 19 e infine del saldo mai avvenuto dei servizi extra garantiti a più riprese al Comune. Crediti che l’azienda vanta dal 2017 a oggi, pur riconoscendo ai dipendenti sempre tutte le spettanze, nonostante i forti ritardi nella liquidazione delle fatture.

In questo modo si mettono in difficoltà i dipendenti del settore igiene urbana di San Felice a Cancello, in un particolare momento legato all’emergenza sanitaria. Così facendo si mettono a rischio, quindi, le spettanze degli stessi operatori ecologici che ogni giorno assicurano il servizio.

 

L’amministrazione comunale di San Felice a Cancello, nel tentativo di nascondere le inadempienze contrattuali, unitamente alla volontà di gestire materialmente il servizio, ha con un atto – che non ha nulla di giuridico – deciso di inviare all’azienda una lettera di rescissione contrattuale. Da qui si evince che nessuno all’interno dell’amministrazione ha letto il contratto. Infatti, la Buttol ha raggiunto il 65% di raccolta differenziata ed inoltre ha sempre garantito il servizio pagando regolarmente i propri collaboratori e fornitori. Tutto questo, in una realtà normale dovrebbe essere un titolo di merito, ma evidentemente non lo è nel caso di specie. Quanto alla richiesta di eventuali assunzioni da parte dell’azienda, si ricorda che la stessa ha sempre impiegato lavoratori stagionali per garantire il corretto svolgimento del servizio, senza far maturare il diritto al passaggio di cantiere.

 

Stoccate sulla gestione del personale

 

Evidentemente la politica di rigore dell’azienda non è vista di buon occhio da qualcuno. La Buttol non ha mai consentito di mettere le mani sulla gestione del personale e la posizione è sempre stata chiara e limpida: sostituire i lavoratori andati in pensione o licenziati per giusta causa seguendo la legge regionale che impone la ricollocazione con quelli dei consorzi di bacino.