AVERSA. “Un maggior rischio per alcune patologie nei comuni maggiormente impattati da siti di rifiuti” è emerso dallo studio svolto in attuazione dell’accordo di collaborazione scientifica tra Procura di Napoli Nord in Aversa e Istituto superiore di sanità. L’accordo, stipulato nel 2016, è finalizzato allo scambio di dati e informazioni derivanti dalla sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nel circondario di Napoli Nord, che comprende la zona nord della provincia di Napoli e parte della provincia di Caserta, “con specifico riferimento agli eccessi della mortalità, dell’incidenza tumorale e dell’ospedalizzazione per diverse patologie, che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a inquinanti”.
Il rapporto conclusivo dei lavori svolti è stato presentato questa mattina alla presenza del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli, Luigi Riello, e del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. I risultati indicano che “la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti”.
Inoltre “l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti”. La prevalenza dei nati pretermine “è significativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore rispetto alla prima”. E ancora, “la prevalenza di malformazioni congenite nel loro complesso è significativamente più elevata nei comuni della classe 4”, dove “è maggiore anche la prevalenza delle malformazioni congenite dell’apparato urinario”.
Infine, nella popolazione tra 0 e 19 anni d’età, “l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della classe 1 a quelli delle classi successive, con il rischio maggiore nei comuni della classe 4”. Risultati che quindi “evidenziano nel complesso un possibile ruolo causale o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie”.