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Nuove leve del clan, la stangata. Si salvano solo due. NOMI E FOTO

PARETE/GIUGLIANO (red. cro.) . Sei condanne per 68 anni e 8 mesi totali. Si chiude così il processo di primo grado alle nuove leve del clan dei Casalesi, fazione Bidognetti. Al termine del giudizio con trito abbreviato sono stati inflitti 18 anni al ras giuglianese Massimo Perrone; 12 anni a Michele Bidognetti, fratello dello storico boss dei Casalesi “Cicciotto e’ Mezzanotte”; 12 anni pure per Emanuele Gatto; 11 anni e 4 mesi per Vittorio Giarnieri, 8 anni e 4 mesi per Luigi Moschino e 7 anni per Antimo Di Donato. Il tribunale ha mandato assolti Antonio Schiavone e Gaetano Celeste.

L’inchiesta

 

Gli indagati sono ritenuti responsabili di numerose estorsioni e almeno quattro attentati dinamitardi tra i comuni di Parete e Giugliano ai danni di imprenditori che non volevano pagare il pizzo. Per le indagini, durate appena sei mesi, è stato decisivo il ruolo di un sesto elemento del gruppo fermato ad aprile scorso, che ha iniziato a collaborare con la giustizia svelando il nuovo organigramma del clan e raccontando degli atteggiamenti utilizzati in strada o verso le vittime del racket per affermare il predominio sul territorio.

 

Il gruppo aveva di conquistare posizioni di egemonia nella gestione degli affari illeciti, anche in antitesi ai clan tradizionali, come i Mallardo di Giugliano e i Puca di Sant’Antimo. Per quanto riguarda i Casalesi, il gruppo avrebbe ricevuto la benedizione di Michele Bidognetti, fratello del boss Francesco, alias Cicciotto e Mezzanotte; sembra che parte delle tangenti provenienti dalle estorsioni andasse proprio alla famiglia di Michele, che è stato arrestato nel maggio del 2016 dalla Polizia di Stato con l’accusa di essere il reggente del clan dopo gli arresti di figli e luogotenenti del fratello capoclan.