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Addio a due storici prof del liceo Quercia. Il ricordo del sindaco

 

MARCIANISE. Le comunità di Marcianise e Capodrise piangono due storici docenti del liceo Quercia morti a distanza di poche ore l’uno dall’altra. Si tratta di Maria Delli Paoli e Antonio Vitagliano.

Gli insegnanti vengono così ricordati dal sindaco Antonello Velardi: “Se ne sono andati a poche ore di distanza l’uno dall’altra. L’altro ieri ci ha lasciati la professoressa Maria Delli Paoli, ieri si è accomiatato il professore Antonio Vitagliano. Erano avanti negli anni: ad alcuni di quelli che leggono, i loro nomi dicono poco o nulla. A quelli della mia generazione, e di qualche generazione successiva, dicono moltissimo: sono stati due docenti del liceo Quercia di Marcianise, Sono stati miei professori, da me molto amati.

Quando stamattina ho letto gli annunci funebri una stretta mi ha preso al cuore. Sì, non li vedevo da molto tempo; sapevo che non stavano bene e, anche per un certo pudore, non li ho cercati in questi anni. Ma ora me ne pento. Con loro va via un pezzo della mia vita, la mia spensierata giovinezza, i miei anni più belli. Gli anni di un liceo, il Quercia, ancora in fase di organizzazione alla vigilia degli Anni Ottanta, con sedi ancora provvisorie, in edifici privati, tra la Madonna della Libera e la Misericordia. Strutture inadeguate, pochi mezzi a disposizione, eppure un corpo docente di fuoriclasse.

La professoressa Delli Paoli insegnava disegno e storia dell’arte. La bontà fatta persona. Sempre dalla parte dei ragazzi, come una mamma amorevole. Quante volte abbiamo approfittato della sua bontà. E quante volte abbiamo approfittato della disponibilità del professore Vitagliano, docente di inglese, anche lui buono come il pane. Con addosso il suo immancabile loden verde, sul naso gli occhiali cerchiati color oro, era un gentleman: inglese non solo perché docente, inglese di fatto.

Entrambi, l’uno e l’altra, sempre un passo indietro e mai avanti. Low profile. Ho provato a cercare una loro foto; niente, non l’ho trovata: mi sono arreso. Fuggivano dal palcoscenico, non volevano mai stare in mostra ma amavano i loro studenti. Ecco, il Quercia dei miei tempi era una grande famiglia dove anche il bidello, il vecchio bidello, aveva un ruolo e lo esercitava; era una grande famiglia e tutto si faceva in funzione di noi studenti.

Saluto con grande mestizia entrambi; mando un grande abbraccio ai familiari. E dico a me stesso, e ai miei amici di quei e di altri tempi, che dobbiamo trovare il modo di onorare questi grandi educatori che hanno dato tantissimo per formare le nuove generazioni. Noi siamo ciò che siamo anche e soprattutto grazie a loro. Un carezza, affettuosa. Riposino in pace.”