Marcianise. Diventa definitiva la condanna per l’omicidio Cortese nei confronti di Felice Napolitano, ras dei Belforte (dopo una antica militanza nei Piccolo) detto “o’ capitone”.
In queste ore la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti depositato le motivazioni con cui a fine novembre aveva respinto il ricorso per l’omicidio di Angelo Cortese, detto “Marlon Brando”, originario di Cervino. Il delitto si era consumato nella frazione Montedecoro, secondo la Dda su indicazione dei vertici dei Mazzacane e in particolare dello stesso Salvatore Belforte che sfruttò in quel 2006, un brevissimo periodo fuori dal carcere, per seminare morte tra i rivali e paura tra gli imprenditori.
La vicenda giudiziaria
La sentenza di secondo grado fu emessa nell’aprile 2016 e confermò la decisione del dicembre 2014 quando il gup, dopo il processo con rito abbreviato, inflisse a Napolitano 20 anni di reclusione, concedendo le attenuanti generiche. Insieme a lui furono processate e condannate altre cinque persone, alcune delle quali facevano parte del commando che con due pistole e una mitraglietta freddò Cortese nel dicembre 2006.
Difeso dall’avvocato Antonio Abet, Napolitano ha presentato ricorso chiedendo un nuovo computo della pena, ma la Cassazione ha rigettato l’istanza. Per quel delitto Napolitano venne arrestato (il provvedimento venne eseguito in carcere, essendo il boss già detenuto per altri fatti di sangue) nel settembre 2013; altre misure invocate dall’Antimafia non furono spiccate e la Dda fece ricorso contro quella decisione, anche se le ordinanze cautelari non emesse non inficiarono il procedimento.
Le rivalità incrociate e l’imprenditore amico
Cortese fu “punito” dai Belforte per aver chiesto il pizzo ad Angelo Grillo, all’epoca il loro imprenditore di riferimento e titolare della Cesap, società di pulizie che lavorava anche grazie a molti appalti in uffici pubblici. Una proiezione dell’eterna faida tra i Mazzacane e i Quaqquaroni (Cortese era vicino proprio ai Piccolo di Marcianise) che sconfinò nella frazione maddalonese di Montedecoro, con quel delitto che fece molto scalpore e per il quale ora, a distanza di 12 anni, la giustizia sta scrivendo la parola fine per molti dei protagonisti.