
CASTEL VOLTURNO. Quello che inizialmente era stato inquadrato come un grave episodio di violenza domestica con l’ipotesi di tentato omicidio si è trasformato, nel giro di pochi giorni, in un femminicidio. La vittima, una donna di 32 anni identificata con le iniziali I. L., è morta il 27 dicembre, dopo cinque giorni di agonia, a causa delle lesioni gravissime riportate durante un’aggressione avvenuta il 22 dicembre.
Per quei fatti era già stato fermato il compagno, A. B., anche lui 32enne, arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta e sottoposto a fermo convalidato dal giudice per le indagini preliminari il 26 dicembre. L’uomo si trova attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, assistito dall’avvocato Giuseppe Sparaco. Con il decesso della donna, il quadro giudiziario cambia radicalmente: la Procura si prepara a contestare il reato di omicidio volontario, aggravato dal rapporto affettivo e dalla convivenza, superando l’originaria accusa di tentato omicidio.
Gli investigatori stanno ricostruendo minuto per minuto quanto sarebbe accaduto nelle ore precedenti all’aggressione, in una vicenda segnata da una drammatica escalation. Secondo le prime risultanze investigative, coordinate dal sostituto procuratore Anna Ida Capone, tutto sarebbe iniziato da una violenta lite avvenuta nell’abitazione della donna, a Castel Volturno. Durante il confronto, l’uomo avrebbe danneggiato una porta a vetri, ferendosi a una mano e ricorrendo alle cure del pronto soccorso della clinica Pineta Grande.
La situazione sarebbe poi degenerata nel corso della stessa notte. La donna, secondo l’accusa, si sarebbe recata nell’abitazione dell’uomo tentando di entrare con la forza e brandendo un coltello da cucina. Dopo essere stata allontanata, avrebbe lanciato vernice contro una finestra e danneggiato un altro vetro. A quel punto, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo l’avrebbe colpita alla testa con una mazza da scopa, provocandole un gravissimo trauma cranico. Il manico, rinvenuto sul posto macchiato di sangue, è stato sequestrato.
La donna è stata trovata a terra, priva di forze, dagli agenti intervenuti. Prima di perdere conoscenza avrebbe pronunciato poche parole. Trasportata d’urgenza alla clinica Pineta Grande, è entrata in coma e non si è più risvegliata, fino al decesso avvenuto cinque giorni dopo. Ora l’indagine entra in una fase ancora più delicata, mentre la giustizia si prepara a fare i conti con l’ennesima tragedia di violenza domestica.
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