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Racket guardiania, spuntano i raid alle aziende. Caccia a complici. I nomi dei fermati

Trentola Ducenta. Sfruttavano il nome e la forza intimidatoria del clan dei Casalesi per imporre un vero e proprio sistema di estorsioni ai danni di imprenditori agricoli tra le province di Caserta e Napoli. È questo lo scenario che emerge dall’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, culminata con l’arresto di Giovanni Pirozzi, 49 anni, detto o Piciuott e Nicola Catalano, 45 anni, entrambi residenti a Trentola Ducenta.

I due sono finiti in carcere in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, con accuse pesantissime: estorsione e danneggiamento aggravati dal metodo mafioso.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Pirozzi e Catalano avrebbero messo in piedi un collaudato meccanismo di “protezioni imposte”, mascherate come servizi di guardiania mai richiesti dalle vittime. In realtà, si trattava di un racket vero e proprio, con richieste di denaro stabilite unilateralmente e commisurate ai presunti guadagni annuali delle aziende agricole.

Le indagini – condotte attraverso intercettazioni, testimonianze dirette e riscontri alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia – hanno permesso di individuare almeno dieci imprenditori agricoli vittime delle estorsioni, in gran parte attivi nel settore ortofrutticolo. Le somme pretese variavano dai 300 ai 1.400 euro all’anno, ma al rifiuto o al semplice tentennamento seguivano minacce esplicite e ritorsioni.

Gli arrestati, secondo l’accusa, non esitavano a presentarsi anche nelle abitazioni delle vittime, talvolta in loro assenza, per intimidire familiari e parenti, dimostrando una conoscenza dettagliata delle abitudini di vita degli imprenditori. In diversi casi, la pressione psicologica sarebbe sfociata in atti di danneggiamento, in particolare alle serre agricole, con perdite economiche stimate tra i 5mila e i 40mila euro.

Almeno sei imprenditori avrebbero subito danni significativi prima di trovare il coraggio di denunciare. Proprio da una denuncia, presentata a inizio anno, è partita l’inchiesta che ha portato all’individuazione dei due presunti estorsori.

Attualmente Pirozzi e Catalano sono detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini, però, proseguono: gli inquirenti stanno verificando l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti e ulteriori episodi estorsivi finora non emersi.

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