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Pestato in carcere e morto dopo agonia: via libera a funerali dopo l’autopsia

FORMIA. È stata eseguita nelle scorse ore l’autopsia sul corpo di Francesco Valeriano, il detenuto di 45 anni che aveva subito un violento pestaggio all’interno del carcere di Rebibbia alla fine di giugno e che è morto dopo una lunga e drammatica agonia. L’uomo è deceduto lo scorso 12 dicembre presso il policlinico di Tor Vergata, dove era stato trasferito d’urgenza in seguito a un improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute.

L’esame autoptico si è svolto nella mattinata di ieri presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico Agostino Gemelli, su disposizione della pubblico ministero Anna Trinchillo. A eseguire l’accertamento è stato il professor Fabio De Giorgio. I familiari di Valeriano, assistiti dall’avvocato Antony Lavigna, chiedono ora che venga fatta piena luce su quanto accaduto: «Vogliamo la verità, non ci fermeremo», è il messaggio rilanciato dalla famiglia.

Il pestaggio a Rebibbia

Francesco Valeriano era detenuto nel carcere romano di Rebibbia da poco più di un mese quando, a fine giugno, venne trovato in condizioni gravissime all’interno della sua cella. Scattato l’allarme, fu trasportato d’urgenza all’ospedale Umberto I, dove arrivò in coma con importanti lesioni cerebrali. I medici furono costretti a sottoporlo a una tracheotomia per mantenerlo in vita.

Dopo settimane critiche, a metà settembre le sue condizioni sembravano in lieve miglioramento. Come riferito dal legale della famiglia, Valeriano aveva ripreso parzialmente conoscenza e mostrava segnali di recupero, seppur con difficoltà e momenti di confusione legati al trauma subito. I familiari stavano cercando una struttura adatta per avviare un percorso riabilitativo.

Il peggioramento improvviso

Negli ultimi tempi, però, la situazione è nuovamente precipitata. Trasferito in una clinica privata a Monte Compatri, Valeriano aveva iniziato a lamentare forti dolori, in particolare alla testa, e un crescente malessere generale. I segnali avevano allarmato i parenti, convinti che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.

Il tracollo definitivo è avvenuto il 6 dicembre, quando le sue condizioni si sono aggravate improvvisamente. Ricoverato d’urgenza a Tor Vergata, è morto pochi giorni dopo. All’indomani del decesso, la famiglia ha chiesto formalmente alla Procura l’autopsia e l’acquisizione delle cartelle cliniche, al momento coperte da segreto, per chiarire le cause della morte e le responsabilità legate al pestaggio subito in carcere. Dopo l’autopsia la salma è stata liberata: i funerali saranno celebrati domani alle 15,30 nella chiesa di Sant’Erasmo a Formia.

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