
CASERTA. Una decisione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha riconosciuto un risarcimento complessivo superiore ai 5 milioni di euro a una famiglia coinvolta in una vicenda giudiziaria legata a un parto cesareo gemellare avvenuto nel novembre del 2004. A essere condannate sono state l’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta e una società privata operante nel settore della medicina della riproduzione.
L’iter giudiziario prende avvio nel 2018, quando i genitori, D.A. e C.R., agirono in sede civile sia in proprio sia nella qualità di esercenti la responsabilità genitoriale sui tre figli, promuovendo un accertamento tecnico preventivo. Nel 2019, con un successivo ricorso ex articolo 702-bis del codice di procedura civile, la famiglia ha formalizzato la richiesta di risarcimento, sostenendo che l’intervento chirurgico avrebbe determinato gravi conseguenze permanenti.
Con ordinanza depositata il 30 gennaio 2024, il giudice unico del Tribunale, dott.ssa Antonia Schiattarella, ha accolto integralmente le domande dei ricorrenti. La responsabilità è stata suddivisa tra i due soggetti convenuti: 90% a carico della Caran S.r.l. – Medicina e Biologia della Riproduzione e 10% a carico dell’AORN di Caserta.
L’entità dei risarcimenti riconosciuti risulta particolarmente rilevante. Ai genitori sono state attribuite somme consistenti per i danni subiti, mentre la quota più significativa è stata destinata ai tre figli, ai quali sono stati riconosciuti risarcimenti per danno biologico e morale che oscillano da circa 418mila euro fino a oltre 2,3 milioni di euro ciascuno. A tali importi si aggiungono gli interessi legali, calcolati a partire dal 22 novembre 2006.
La sentenza ha inoltre stabilito la condanna solidale delle due strutture al pagamento delle spese legali, quantificate in 168.654,60 euro, oltre accessori e rimborsi.
Entrambe le parti soccombenti hanno impugnato la decisione davanti alla Corte d’Appello di Napoli. Nelle more del giudizio, i legali della famiglia hanno avviato un’azione esecutiva, notificando un atto di pignoramento nei confronti dell’ospedale casertano nel novembre 2024.
Con provvedimento del 20 gennaio 2025, la Corte d’Appello ha disposto la sospensione parziale dell’esecutività della sentenza di primo grado, limitatamente al 50% delle somme dovute dall’AORN, in attesa della definizione dell’appello.
Nel frattempo, i tre figli hanno raggiunto la maggiore età e l’azienda ospedaliera, tramite una recente determinazione dirigenziale, ha avviato la liquidazione parziale degli importi, includendo anche la quota relativa alle spese legali degli avvocati Salvatore Capasso ed Ernesto Petrillo, pari a 23.579,15 euro.

