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“Costruire ponti, formare coscienze”: incontro con l’Ambasciatore Ferrara all’Istituto “Ettore Majorana”

Santa Maria a Vico/Arienzo. Un teatro gremito, studenti attenti e un dialogo autentico hanno fatto da cornice all’incontro che si è svolto presso l’Istituto Superiore “Ettore Majorana” di Santa Maria a Vico, con l’Ambasciatore e diplomatico Pasquale Ferrara, originario del territorio di Arienzo e protagonista, da anni, di un impegno costante nel mondo della diplomazia internazionale.

L’evento, che si è tenuto a partire dalle ore 11 al Teatro Bachelet, si è aperto con i saluti istituzionali e con l’intervento della Dirigente Scolastica, professoressa Maria G. Sgambato, che ha fortemente voluto l’ incontro e sottolineato il valore educativo di occasioni come questa, capaci di coniugare conoscenza, dialogo e responsabilità civile. A seguire, la presentazione dell’ospite, curata direttamente dagli studenti, segno di un coinvolgimento autentico e consapevole.

L’incontro, articolato come un dialogo aperto, ha visto una sessione di domande organizzate per ambiti tematici: dalla diplomazia al rapporto con il territorio, dalla condizione dei bambini nel mondo al diritto all’istruzione negato, fino al ruolo dei giovani nella costruzione della pace e alle visioni di futuro in un contesto globale segnato da conflitti e incertezze. L’Ambasciatore ha risposto a tutte le domande, offrendo spunti di riflessione profondi e misurati, richiamando con equilibrio la necessità di costruire ponti, tessere relazioni e coltivare il dialogo, come strumenti imprescindibili per una pace duratura.

Particolarmente significativo è stato il richiamo al valore della scuola: un luogo che non può tacere di fronte alle sfide del presente, ma che ha il compito di formare coscienze libere, critiche e orientate alla pacifica convivenza. In questo senso, l’incontro si è inserito pienamente nel percorso educativo che l’istituto ha sviluppato con le attività alternative della Settimana dello Studente, dedicando tempo e riflessioni al tema della pace. Nonostante tornei e laboratori, molti ragazzi hanno scelto di metterli da parte per ascoltare un testimone autorevole del nostro tempo.

Il filo conduttore dell’intera manifestazione è stata una frase di Fëdor Dostoevskij:

“Quando un uomo ha grossi problemi dovrebbe rivolgersi a un bambino; sono loro, in un modo o nell’altro, a possedere il sogno e la libertà.”

Un pensiero che ha dato senso e profondità al lavoro svolto dagli studenti, trovando piena espressione nel saluto conclusivo, semplice ma intensamente simbolico.

I ragazzi hanno offerto all’Ambasciatore un momento di silenzio e condivisione con segni concreti: luci morbide, un velo bianco, un cerchio, parole di gratitudine, con cui gli studenti hanno voluto interpretare la pace e donarne il significato. Un ringraziamento sentito per aver ricordato che la pace non è un concetto astratto o lontano, ma una strada quotidiana fatta di ascolto, rispetto e coraggio.

“Siamo certi che con questo incontro sia stato seminato qualcosa di prezioso: un’apertura al mondo, una responsabilità nuova, una formazione che va oltre i libri, un seme che la scuola continuerà a custodire, perché educare alla pace significa, oggi più che mai, educare al futuro.” la dichiarazione del personale scolastico.

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