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Addio Superbonus, ecco cosa rimane per la casa nel 2026

bonus tinteggiatura

NAZIONALE – In Senato entra nel vivo l’esame della legge di Bilancio 2026, il provvedimento economico più importante dell’anno il cui voto dovrebbe arrivare il 23 dicembre. Tra i capitoli più attesi c’è quello dei bonus edilizi, strumenti che negli ultimi anni hanno inciso profondamente sia sulle scelte dei cittadini sia sui conti pubblici. Il quadro che emerge dalle prime bozze è piuttosto chiaro: alcune agevolazioni vengono confermate, altre ridimensionate.

Ad esempio il Superbonus 110% non supererà il 2025. Il governo ha deciso di non prorogare l’incentivo, che cesserà ufficialmente il 31 dicembre 2025. Una scelta motivata dall’impatto enorme sui conti dello Stato: secondo le stime dell’esecutivo, il Superbonus continuerà a pesare per circa 40 miliardi di euro, una cifra più che doppia rispetto all’intera manovra 2026, che vale circa 18,7 miliardi.

Dal 2026, dunque, il Superbonus non esisterà più, salvo un’unica eccezione: resterà valido solo nei territori del Centro Italia colpiti dal sisma, limitatamente agli interventi per i quali i progetti sono stati presentati entro il 30 marzo 2024 e dove è stato dichiarato lo stato di emergenza.

Diverso il destino del bonus ristrutturazioni, che viene confermato anche per il 2026. L’agevolazione continuerà a funzionare con le stesse percentuali:

  • 50% di detrazione per gli interventi sulla prima casa
  • 36% di detrazione per le seconde case e altri immobili

Resta invariato anche il tetto massimo di spesa, fissato a 96.000 euro per unità immobiliare. Questo significa che il beneficio massimo recuperabile potrà arrivare a 48.000 euro, suddivisi in dieci rate annuali, sempre nel rispetto della capienza Irpef del contribuente.

Tra le novità più rilevanti c’è lo stop al bonus per la sostituzione delle caldaie tradizionali. Dal 2026 non saranno più agevolati gli impianti alimentati esclusivamente da combustibili fossili, una decisione legata alle pressioni delle istituzioni europee e agli obiettivi ambientali.

Resteranno però detraibili le spese per:

  • impianti ibridi
  • sistemi di riscaldamento ad alta efficienza
  • soluzioni non alimentate da fonti fossili

Prosegue senza modifiche il percorso dell’ecobonus, che consente di detrarre le spese per interventi di efficientamento energetico come:

  • isolamento termico,
  • sostituzione di infissi,
  • installazione di pompe di calore.

Le aliquote rimarranno quelle già ridotte nel 2025:

  • 50% per la prima casa
  • 36% per gli altri immobili

Stessa sorte per il sismabonus, confermato anche nel 2026 per gli edifici situati nelle zone sismiche 1, 2 e 3, con l’obiettivo di incentivare la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare.

La legge di Bilancio conferma anche il bonus mobili, che nel 2026 manterrà un tetto massimo di spesa pari a 5.000 euro, già in vigore nel 2025. L’incentivo prevede una detrazione del 50%, ripartita in dieci anni, ed è riservato a chi ha effettuato lavori di ristrutturazione a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente.

Attenzione però ai requisiti: per alcuni elettrodomestici sarà necessario rispettare specifiche classi energetiche, un dettaglio che può fare la differenza in fase di controllo.

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