SAN FELICE A CANCELLO. È stata una condanna a ventuno anni di reclusione quella pronunciata dalla Corte d’Assise nei confronti di Ziqiang Zhan, 28enne di origine cinese, ritenuto responsabile dell’omicidio del padre Yingjiao Zhan, 48 anni. Il delitto risale al 21 dicembre 2024 e si consumò nell’abitazione di famiglia situata in via Circumvallazione, a San Felice a Cancello.
Il collegio giudicante, presieduto da Marcella Suma con Honorè Dessi come giudice a latere, ha riconosciuto le attenuanti generiche, ritenendole equivalenti alle aggravanti contestate. Una decisione in linea con la richiesta avanzata in aula dal sostituto procuratore Mariangela Condello, che aveva tenuto conto del complesso contesto familiare emerso nel corso del processo.
Il corpo della vittima venne scoperto dai carabinieri della Compagnia di Maddaloni intorno alle tre del mattino. L’uomo fu trovato senza vita sul pavimento della cucina, immerso in una vasta chiazza di sangue: l’autopsia e i rilievi confermarono che era stato raggiunto da 24 coltellate. A chiamare i soccorsi fu la moglie.
Dopo il delitto, il giovane si era allontanato dall’abitazione facendo perdere le proprie tracce. Fu rintracciato poche ore più tardi nel Beneventano, alla guida di un’Audi A3 appartenente alla famiglia. All’interno dell’auto i militari rinvennero circa 100mila euro in contanti, somma che, secondo gli inquirenti, costituiva parte dei risparmi di famiglia.
Nel corso del dibattimento è stato delineato un quadro di tensioni e violenze domestiche protratte nel tempo. Secondo quanto riferito in aula, la vittima avrebbe esercitato comportamenti vessatori e aggressivi nei confronti della moglie e dei figli. A seguire l’intero processo anche il fratello dell’uomo ucciso, che si è costituito parte civile.
La sentenza chiude una vicenda giudiziaria particolarmente complessa, segnata da un contesto familiare difficile e da un epilogo drammatico.
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