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Compresse stupefacenti al parente detenuto, arriva il ribaltone

Santa Maria Capua Vetere/Marcianise. Droga in carcere al parente detenuto, 36enne assolta con formula piena

È arrivata una sentenza di piena assoluzione per una donna di 36 anni residente a Marcianise, finita a processo con l’accusa di aver introdotto sostanze stupefacenti all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il giudice Auriemma del Tribunale sammaritano ha infatti stabilito che la donna non ha commesso il fatto, scagionandola completamente dalle contestazioni mosse nei suoi confronti.

La vicenda risale all’agosto del 2018. Secondo l’impostazione accusatoria, la 36enne avrebbe consegnato, durante un colloquio in carcere, due compresse di Suboxone a un proprio familiare detenuto. Il farmaco, utilizzato nel trattamento delle dipendenze da oppiacei come l’eroina, era stato ritenuto sostanza stupefacente ai fini penali, facendo scattare l’accusa di spaccio e introduzione di droga in ambiente carcerario.

Nel corso del dibattimento, tuttavia, la ricostruzione dei fatti è stata progressivamente messa in discussione dalla difesa. L’avvocato Nicola Musone, legale della donna, ha evidenziato le incongruenze emerse nel procedimento e la mancanza di elementi certi in grado di dimostrare la responsabilità dell’imputata. Le argomentazioni difensive hanno convinto il giudice, che al termine del processo ha pronunciato una sentenza di assoluzione con la formula più ampia.

La decisione del Tribunale chiude così una vicenda giudiziaria durata diversi anni e segnata da un’accusa particolarmente grave, soprattutto per le implicazioni legate alla sicurezza degli istituti penitenziari. Per la donna, che ha sempre respinto ogni addebito, si tratta di un epilogo che ristabilisce la sua posizione, ponendo fine a un lungo periodo di attesa e incertezza.

La sentenza conferma ancora una volta l’importanza del principio di presunzione di innocenza e del rigoroso accertamento dei fatti nei procedimenti penali, soprattutto quando si tratta di accuse che incidono profondamente sulla vita personale e familiare degli imputati.

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