
CASTEL VOLTURNO. Nel cuore del Royal Residence, a Villaggio Coppola, le forze dell’ordine hanno smantellato una vera e propria roccaforte dello spaccio organizzato secondo il cosiddetto “modello Scampia”. Undici le persone colpite da misura cautelare in carcere – tra cui due minorenni all’epoca dei fatti – al termine di un’inchiesta condotta dai carabinieri del reparto territoriale di Mondragone e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Al centro dell’indagine c’è Giovanni Gabriele, 47 anni, originario di Scampia ma residente a Castel Volturno, individuato dagli inquirenti come il promotore dell’organizzazione. Al suo fianco il fidato Salvatore Marino, 53 anni, anch’egli domiciliato nel comune domizio. A completare il vertice, la moglie di Gabriele, Flora Caianiello, 47 anni, considerata figura di riferimento e parte attiva nella gestione della piazza.
Tra gli arrestati anche Salvatore Gabriele, 20 anni, figlio del presunto capo; Ivan D’Aniello (23), originario di Pozzuoli; Gennaro Ferrillo (23) e Vittorio Simone Rovani (24), entrambi nati a Napoli ma da tempo residenti a Castel Volturno; Emanuele Sammarco, 19 anni, di Napoli; Karamjit Pama Singh, 39 anni, di origine indiana; Francesco Costanzo, 22 anni, originario di Aversa ma domiciliato a San Marcello. Indagato a piede libero anche Franco Granito, 35 anni, del Rione Traiano.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il gruppo controllava militarmente l’intero edificio, imponendo regole e percorsi obbligati ai residenti. Le vedette, posizionate ai piani alti del palazzo di dieci livelli, monitoravano ogni movimento, mentre telecamere e sbarramenti servivano a proteggere la piazza di spaccio attiva 24 ore al giorno. L’indagine ha inoltre documentato aggressioni mirate, incendi dolosi contro residenti e un episodio particolarmente grave: il ferimento di uno straniero polacco, colpito alle gambe con un’arma clandestina.
Il quadro emerso indica che il sodalizio avrebbe agito con l’autorizzazione di figure legate alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, a conferma della matrice mafiosa dell’intera operazione. Le misure cautelari rappresentano un duro colpo a una struttura che da mesi condizionava pesantemente la vita di decine di famiglie, restituendo al Royal Residence una possibilità di normalità dopo anni di paura.

