
San Cipriano d’Aversa. False fatture per 14 milioni: confermate le condanne a 5 imprenditori del settore edile
Restano definitive le condanne a carico di cinque imprenditori coinvolti nell’operazione “Restore” della Guardia di Finanza, un’inchiesta che aveva fatto emergere un articolato sistema di fatture fittizie, generato attraverso una rete composta da prestanome, intermediari e perfino un dipendente di istituto bancario. L’operazione, al tempo, portò all’arresto di 34 persone.
La terza sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Luca Ramacci, ha respinto i ricorsi presentati da Marco Tornincasa (43 anni, Caserta), Luigi Tornincasa (45 anni, Caserta), Angelina Puocci (67 anni, Casal di Principe) e Luciano Mormile (59 anni, San Cipriano d’Aversa). Tutti contestavano la decisione con cui la Corte di Appello di Firenze aveva già confermato le condanne inflitte in primo grado.
Le accuse, per gli imputati, riguardavano l’emissione e l’utilizzo di fatture relative a operazioni mai avvenute.
Nel processo di primo grado, celebrato davanti al tribunale di Lucca, erano state disposte le seguenti pene:
1 anno di reclusione per Marco Tornincasa, Luigi Tornincasa e Angelina Puocci;
1 anno e 6 mesi per Luciano Mormile.
Secondo gli atti, Marco Tornincasa – titolare dell’impresa Edil Gimar – e Luigi Tornincasa, legale rappresentante della cooperativa Edil Pavimenti (poi posta in liquidazione), avrebbero fatto uso di documenti fiscali non autentici. Le stesse contestazioni sono state mosse ad Angelina Puocci, già rappresentante legale della stessa cooperativa, e a Luciano Mormile, rappresentante della La Paradisa Costruzioni Srl.
Le false fatture, emesse dalla società Edilizia Srl, sarebbero state inserite nelle dichiarazioni fiscali tra il 2013 e il 2016 per ridurre il carico tributario su redditi e Iva. Molte delle imprese coinvolte avevano sede in Toscana ed erano considerate dalle Fiamme Gialle “società cartiere”, prive cioè di reale attività economica.
Nel respingere i ricorsi, la Cassazione ha evidenziato come la Corte di Appello avesse “accuratamente motivato” spiegando che la Edilizia Srl, amministrata da Marcello Santagata (indicato come collaboratore di Vincenzo Ferri), fosse priva dei requisiti minimi di operatività: nessun dipendente, nessun macchinario, assenza di magazzini, mezzi di lavoro e perfino una sede risultata inesistente. Elementi che hanno confermato l’inesistenza materiale delle operazioni riportate nelle fatture.
Per tali ragioni, i ricorsi degli imputati sono stati dichiarati inammissibili, rendendo definitive le condanne.

