
Cancello Arnone. Dieci anni di reclusione: è questa la pena stabilita dal giudice dell’udienza preliminare Iaselli per Roberto Chianese, 30 anni, riconosciuto colpevole del grave attentato ai danni di un imprenditore del settore bufalino, raggiunto da tre proiettili nel pomeriggio del 31 dicembre scorso. Il magistrato ha riconosciuto sia la premeditazione che l’aggravante del metodo mafioso.
Il procedimento, condotto dai pm Vincenzo Ranieri e Andrea Mancuso della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha ricostruito un quadro pesantissimo: Chianese, affiancato dal padre (non coinvolto penalmente), avrebbe organizzato l’assalto armato lungo la provinciale tra Cancello ed Arnone e Cappella Reale. Avrebbe affiancato l’auto del 47enne, aprendo il fuoco con una pistola calibro 7.65 sparando da distanza ravvicinata. I colpi centrarono l’uomo all’addome e al braccio destro, rendendo necessario un tempestivo ricovero al Pineta Grande e un intervento chirurgico urgente.
Secondo gli inquirenti, dietro il gesto ci sarebbe stata una fase preparatoria accurata: pedinamenti, osservazione delle abitudini quotidiane della vittima, e soprattutto la disponibilità di un’arma clandestina, ritenuta riconducibile a circuiti criminali legati ai Casalesi. Durante una perquisizione fu rinvenuta anche un’accetta con lama di dieci centimetri, che sarebbe dovuta servire nell’azione violenta.
Determinante, per arrivare all’identificazione dell’autore, è stata la testimonianza di una persona che ha fornito elementi decisivi agli investigatori. Chianese ha poi ammesso le proprie responsabilità, chiarendo anche il movente: vecchie ruggini personali degenerare in un piano omicida.
La vicenda, inizialmente interpretata come un regolamento di conti privato, ha assunto con il passare dei mesi contorni ben più complessi, aprendo a possibili collegamenti con ambienti criminali del territorio.
La vittima è stata rappresentata dall’avvocato Ferdinando Letizia. L’imputato è stato invece difeso dal legale Nicola Ucciero.

