
Maddaloni/Valle di Suessola. Un presunto sistema organizzato di falsi sinistri, certificati medici irregolari e testimonianze inventate. È lo scenario che emerge dall’inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 49 persone, residenti tra Maddaloni, Valle di Maddaloni, Cervino, San Salvatore Telesino, Sant’Agata de’ Goti e Cusano Mutri, accusate – a vario titolo – di associazione per delinquere finalizzata alla truffa assicurativa, falso in atto pubblico, frode e simulazione di reato.
Secondo la ricostruzione della Procura, il gruppo avrebbe messo in piedi una rete basata su ruoli ben distinti: reclutatori, figuranti, conducenti, presunti trasportati, redattori di modelli CAI falsi, finti testimoni e soprattutto due figure centrali: i medici Giovanna Liquori e Giovanni Fantarella, indagati per il rilascio di certificati sanitari senza visita ai presunti feriti.
Nell’elenco degli indagati figurano, tra gli altri: Maria Esposito, Domenico Esposito, Luigi Carfora, Raffaella Castagna, Emma Cioffi, Rosario Vitale, Gerardo Di Maio, Tommaso Ragnino, Antonio Timorati, Antimo Fagaras, Francesco De Lucia, Vincenzo Liberti, Raffaele Mauto, Domenico Di Caprio, Giovanni Maccarone, Rosa Santangelo, Domenico Pascarella, Luigi Nuzzo, Raffaella Nuzzo, Raffaele Sorriello, Fausto Morgillo, Sara Merola, Antonio Guaraccino, Antonio Tostelli, Angelo Bruno, Giuseppe Bernardo, Maria Rita Camputaro, Maria Giulia Catillo, Diana Renzi, Giuseppe Struffolino, Zakia Guouzi, Anna Farricelli, Giuseppe Bernardo, Antonio Iadaresta, Emanuele Spisto, Pasquale Spisto, Rosario Amorosi, Antonio Amorosi, Ionela Fagaras, Domenico Di Caprio, Giovanni Papa, Raffaele Mauro, Antonio Amorosi, Rosario Amorosi, Francesco D’Addio, Biagio Barbaro, Luigi Cioffi.
Gli episodi contestati coprono un periodo che va dal 2021 al 2022, e riguardano numerose compagnie assicurative (Allianz, AXA, Cattolica, Reale Mutua, Tua, UnipolSai). In ciascun caso sarebbero stati simulati incidenti mai avvenuti, costruendo dinamiche credibili tramite modelli CAI contraffatti e presunti urti tra autovetture come Fiat Panda, Opel Corsa, Ford Fiesta, DR Modello DR5 e altre vetture intestate agli stessi indagati.
Secondo la tesi accusatoria, le false dichiarazioni venivano poi supportate da certificati medici che attestavano contusioni, colpi di frusta e traumi cervicali inesistenti, rilasciati dai due medici indagati. Ulteriore tassello del sistema sarebbe stato il contributo dei presunti trasportati, come Diana Renzi, Raffaella Castagna, Giuseppina Saccavino e altri, che avrebbero simulato dolori e lesioni davanti ai sanitari dei vari presidi ospedalieri.
La Procura ritiene che il sodalizio abbia prodotto richieste di risarcimento per decine di migliaia di euro, in alcuni casi già liquidate prima della scoperta del sistema fraudolento. L’indagine, ancora in corso, dovrà ora chiarire il ruolo di ciascun indagato.

