Casapesenna/Maddaloni. Barone torna in cella dopo il verdetto definitivo della Cassazione
Michele Barone, ex sacerdote del “Tempio” di Casapesenna, è stato nuovamente rinchiuso in carcere per iniziare a scontare una pena ormai definitiva: tredici anni di reclusione. La sesta sezione della Corte di Cassazione ha infatti respinto tutti i ricorsi, confermando in ogni punto quanto stabilito prima dal Tribunale e poi dalla Corte d’Appello di Napoli.
Il giudizio della Suprema Corte chiude una vicenda giudiziaria tra le più discusse degli ultimi anni, legata ai maltrattamenti subiti da una ragazzina di 13 anni durante presunti riti di esorcismo praticati senza alcun mandato ecclesiastico. La Cassazione ha inoltre reso irrevocabili le condanne inflitte ai genitori della giovane, riconosciuti responsabili per aver assecondato e partecipato a quelle condotte.
L’intera storia venne a galla nel 2018, quando Barone fu arrestato al ritorno da un viaggio a Cracovia. Le indagini della Squadra Mobile di Caserta presero avvio dopo una segnalazione arrivata alla redazione del programma televisivo Le Iene, che decise di approfondire la vicenda grazie al coraggio della sorella maggiore della ragazza, la prima a denunciare quanto avveniva tra le mura di casa.
Dalle ricostruzioni processuali è emerso un quadro drammatico: la minore veniva considerata “posseduta” e sottoposta a una serie di rituali violenti, caratterizzati da pressioni psicologiche, percosse e pratiche alimentari estreme. Tra queste, l’imposizione di un regime basato esclusivamente su latte e biscotti, seguito con l’approvazione dei genitori e sotto la guida del sacerdote, che all’epoca non aveva alcun titolo per compiere esorcismi.
Con la decisione della Cassazione, l’iter giudiziario si chiude definitivamente e per Barone si aprono le porte del carcere, dando conclusione a una delle pagine più controverse legate al tema degli esorcismi non autorizzati nel Casertano.
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