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Corruzione e droga in carcere, crollano le accuse

Marcianise. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la dott.ssa Rosaria Dello Stritto, ha posto fine al procedimento penale che coinvolgeva quattro persone tra Marcianise e Avellino, decretando l’archiviazione delle accuse. A finire sotto la lente della magistratura erano stati Michele Delisati, Pasquale Maltempo, Vito Maltempo e Fabio Pasca, inizialmente sospettati di reati quali concussione, corruzione, traffico di stupefacenti e accesso abusivo a sistemi informatici.

 

Le contestazioni risalivano ai mesi tra luglio e settembre del 2023 e, secondo la ricostruzione preliminare degli inquirenti, alcune condotte si sarebbero svolte nei territori di Marcianise e Avellino. Le ipotesi accusatorie richiamavano gli articoli 319 e 321 del codice penale relativi alla corruzione, l’articolo 73 del DPR 309/90 con l’aggravante dell’articolo 80 sullo spaccio di sostanze stupefacenti, e l’articolo 391-ter che disciplina l’intrusione illecita in sistemi informatici.

 

Il procedimento era stato avviato dopo l’arresto in flagranza di Michele Delisati, avvenuto il 24 settembre 2023. Successivamente gli atti furono trasferiti alla Procura di Avellino, che aveva approfondito la propria competenza territoriale anche tramite l’analisi dei tabulati telefonici e riferimenti a presunte attività illecite nella zona di Bellizzi Irpino. Completata la verifica, il fascicolo è tornato al Tribunale sammaritano per la valutazione finale.

 

La richiesta di archiviazione presentata dal Pubblico Ministero sottolineava come non fossero emersi elementi probatori solidi o convergenti tali da sostenere l’impianto accusatorio. Una parte rilevante della ricostruzione si fondava infatti sulle dichiarazioni spontanee rese da Delisati, che in un secondo momento aveva scelto di non rispondere all’interrogatorio. Un comportamento che, secondo la Procura, ha lasciato le ipotesi di reato prive del necessario supporto probatorio.

 

Il GIP ha condiviso integralmente queste conclusioni, ritenendo che non vi fossero presupposti per sostenere una futura condanna o per applicare misure di sicurezza ulteriori rispetto alla confisca.

 

 

 

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