
CASAL DI PRINCIPE – La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto i ricorsi presentati da alcuni imputati coinvolti nel procedimento nato da un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia, che secondo gli atti mirava a smantellare presunte articolazioni riconducibili ai gruppi Schiavone e Bidognetti del clan dei casalesi.
I giudici di legittimità hanno disposto l’annullamento con rinvio delle condanne emesse in secondo grado nei confronti delle sorelle Katja e Teresa Bidognetti, figlie di Francesco Bidognetti, noto come “Cicciotto ‘e mezzanotte”; di Francesco Cerullo, 47 anni, residente a Casal di Principe; Giosuè Fioretto, 62 anni, indicato negli atti come ex cognato di Francesco Bidognetti; Marco Alfiero, 40 anni; Franco Bianco, 52 anni; e Giuseppe Di Tella, 54 anni, anche lui di Casal di Principe.
Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, il ritorno del fascicolo alla Corte d’Appello di Napoli servirà a riesaminare il trattamento sanzionatorio o a verificare la corretta applicazione di alcune aggravanti contestate durante le precedenti fasi processuali.
Restano invece definitive le condanne per cinque imputati, per i quali la Suprema Corte ha dichiarato inammissibili o rigettato i ricorsi. Si tratta di Clemente Tesone, 58 anni, di Parete; Giovanni Stabile, 28 anni, di Giugliano; Salvatore Di Falco, 50 anni, di Casal di Principe; Felice Di Lazzaro, 69 anni, di Aversa; e Falco Onorato. Le pene stabilite nei loro confronti in appello, dunque, diventano irrevocabili.
L’intera vicenda trae origine da un’indagine avviata nel novembre 2002, che portò al rinvio a giudizio di 39 persone. Per coloro che scelsero il rito abbreviato, nel dicembre dello stesso anno arrivò la decisione di primo grado, che all’epoca comportò 26 condanne.
Con la sentenza della Cassazione, parte del processo dovrà ora essere nuovamente esaminata dalla Corte d’Appello di Napoli, mentre per altri imputati il percorso giudiziario si è chiuso in modo definitivo.

