
Orta di Atella. Florentia Lamberti, professoressa e candidata nella lista “Noi di Centro – Noi Sud” di Orta di Atella, si è espressa su un importante argomento che le sta molto a cuore, ovvero aiutare ragazzi e ragazze che si trovano in difficoltà a causa delle loro disabilità.
La Lamberti è stata insegnante di sostegno e lì ha scoperto una realtà che l’ha molto colpita, dove giovani studenti afflitti da disabilità, dopo l’ultima campanella, venivano lasciati da soli dal sistema.
Per tale ragione si è messa in campo per cambiare le cose e promuovere l’inclusione così da aiutare tali persone più fragili con percorsi di autonomia, progetti e inserimenti lavorativi concreti.
Di seguito le parole della candidata:
“Pensavo che il mio futuro fosse nei laboratori, tra esperimenti e pubblicazioni. Poi un concorso fatto quasi per caso mi ha portata in classe come insegnante di sostegno. E ho scoperto una missione più grande: accompagnare ogni giorno ragazzi e ragazze con disabilità nel loro percorso di crescita e autonomia. In questi anni ho visto la forza dei genitori, che non si arrendono mai, e la fragilità di un sistema che troppo spesso li lascia soli. Ho visto quanto la scuola possa essere l’unico luogo dove l’inclusione diventa reale: insegnanti preparati, compagni che imparano insieme, un ambiente accogliente. Ma la scuola, da sola, non basta. Troppo spesso, dopo l’ultima campanella, non c’è nulla. Non ci sono progetti, continuità o prospettive di vita autonoma. Per questo serve il “durante e dopo di noi”: centri di vita indipendente, percorsi di autonomia, inserimenti lavorativi concreti, reti territoriali che accompagnino le persone con disabilità e le loro famiglie lungo tutto l’arco della vita. Inclusione non è un favore. È una questione di giustizia e civiltà. E non possiamo parlarne senza parlare di sanità. La nostra sanità pubblica è allo stremo: mancano medici, infermieri, strutture, assistenza sul territorio. Famiglie e malati rischiano isolamento, ritardi, indebitamento e abbandono. Credo in una politica che rimetta al centro la persona: la sua dignità, i suoi bisogni, i suoi diritti. Una società è davvero forte solo quando nessuno viene lasciato indietro. Non possiamo più accettare che l’inclusione finisca con l’ultima campanella. È tempo di costruire risposte concrete, di trasformare la parola “inclusione” in realtà quotidiana per chi più ne ha bisogno.”

