
CAPUA/CASAL DI PRINCIPE. Si è chiusa la fase delle arringhe difensive nel processo che vede imputato il presunto capoclan dei Casalesi, Antonio Mezzero, e altri nove affiliati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, incendio doloso, detenzione illegale di armi e ricettazione.
Davanti al gup Antonino Santoro del tribunale di Napoli, gli avvocati hanno chiesto l’assoluzione dei loro assistiti, smontando punto per punto la ricostruzione dell’accusa portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Il procedimento riprenderà a dicembre, quando è prevista la replica del pubblico ministero e la lettura della sentenza.
Alla sbarra, oltre al 63enne Mezzero di Grazzanise, figurano Carlo Bianco (41 anni, Villaricca), Giovanni Diana (64, Casal di Principe), Pietro Di Marta (62, Grazzanise), Davide Grasso (53, Santa Maria Capua Vetere), Alessandro Mezzero (37, San Marco Evangelista), Michele Mezzero (43, Capua), Pasquale Natale (65, Santa Maria la Fossa), Andri Spahiu (26, Capua) e Pietro Zippo (64, Vitulazio).
Durante la requisitoria, il pm Vincenzo Ranieri della Dda di Napoli ha chiesto complessivamente 73 anni di carcere, proponendo 16 anni per Mezzero, 15 per Grasso, 11 per Michele Mezzero, 7 anni e mezzo per Natale, 7 per Bianco, 6 per Di Marta e Spahiu, e 5 per Zippo.
L’inchiesta, portata avanti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, si è sviluppata tra il settembre 2022 e il giugno 2023, documentando – anche grazie ad intercettazioni e pedinamenti – la presunta riorganizzazione di una nuova cellula del clan dei Casalesi. Secondo l’accusa, dopo la scarcerazione nel 2022, Mezzero – già legato alla fazione Schiavone – avrebbe cercato di ricostruire la propria rete criminale nei territori di Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Casal di Principe.
Le indagini avrebbero messo in luce estorsioni a imprenditori, minacce a una coppia di inquilini culminate nell’incendio della loro auto, e tentativi di infiltrazione nel settore commerciale, anche tramite tangenti su compravendite di immobili di valore milionario.

