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Ruspe in azione nel campo da golf: Procura indaga su possibili rifiuti sepolti

Castel Volturno. Nuove verifiche della Procura di Santa Maria Capua Vetere su presunti interramenti illeciti a Pinetamare. Nel mirino un ex collaboratore del gruppo Coppola e un ex ufficiale della Capitaneria di porto.

Le ruspe sono tornate al lavoro tra i prati del campo da golf di Pinetamare, accanto al Marina di Castello Resort e non lontano dal centro sportivo che ospita gli allenamenti del Napoli. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha ordinato nuovi scavi per verificare la presenza di rifiuti interrati sotto l’area realizzata negli anni Novanta dal gruppo imprenditoriale dei Coppola.

Le indagini

L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dai sostituti procuratori Vincenzo Quaranta e Mariangela Condello, punta a chiarire se nel sottosuolo siano stati smaltiti materiali plastici o altri scarti industriali. Gli accertamenti georadar hanno già evidenziato alcune anomalie, ma solo gli scavi in corso potranno fornire risposte definitive.

Nel registro degli indagati figurano un ex collaboratore di Cristofaro Coppola (l’imprenditore scomparso nel 2013), un ex comandante della Capitaneria di porto e una società collegata alla gestione dell’area.

L’ipotesi dei magistrati

Secondo la ricostruzione investigativa, tra il 1990 e il 1994 l’ex collaboratore del gruppo avrebbe riempito le buche del campo da golf con rifiuti plastici, allo scopo di risparmiare sui costi di smaltimento. L’allora comandante della Capitaneria, sempre secondo la Procura, avrebbe redatto una relazione falsa per attestare l’assenza di inquinanti, ricevendo in cambio circa 1,5 milioni di lire.

Sebbene i reati di falso e corruzione siano ormai caduti in prescrizione, resta aperta l’ipotesi di inquinamento ambientale, poiché eventuali sostanze tossiche potrebbero ancora contaminare suolo e falde.

Gli sviluppi

Tutti gli indagati restano innocenti fino a prova contraria. Con questa nuova fase d’indagine, la Procura guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni intende far luce su uno dei luoghi simbolo delle ombre del litorale domizio, segnato da decenni di speculazioni edilizie e sospetti ambientali.

L’obiettivo è duplice: accertare le responsabilità del passato e, al contempo, rilanciare un’area che potrebbe trasformarsi in un esempio di bonifica e rinascita ambientale per l’intera provincia di Caserta.

Nuove verifiche della Procura di Santa Maria Capua Vetere su presunti interramenti illeciti a Pinetamare. Nel mirino un ex collaboratore del gruppo Coppola e un ex ufficiale della Capitaneria di porto.

Le ruspe sono tornate al lavoro tra i prati del campo da golf di Pinetamare, accanto al Marina di Castello Resort e non lontano dal centro sportivo che ospita gli allenamenti del Napoli. Secondo quanto riportato da Cronache di Caserta, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha ordinato nuovi scavi per verificare la presenza di rifiuti interrati sotto l’area realizzata negli anni Novanta dal gruppo imprenditoriale dei Coppola.

Le indagini

L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dai sostituti procuratori Vincenzo Quaranta e Mariangela Condello, punta a chiarire se nel sottosuolo siano stati smaltiti materiali plastici o altri scarti industriali. Gli accertamenti georadar hanno già evidenziato alcune anomalie, ma solo gli scavi in corso potranno fornire risposte definitive.

Nel registro degli indagati figurano un ex collaboratore di Cristofaro Coppola (l’imprenditore scomparso nel 2013), un ex comandante della Capitaneria di porto e una società collegata alla gestione dell’area.

L’ipotesi dei magistrati

Secondo la ricostruzione investigativa, tra il 1990 e il 1994 l’ex collaboratore del gruppo avrebbe riempito le buche del campo da golf con rifiuti plastici, allo scopo di risparmiare sui costi di smaltimento. L’allora comandante della Capitaneria, sempre secondo la Procura, avrebbe redatto una relazione falsa per attestare l’assenza di inquinanti, ricevendo in cambio circa 1,5 milioni di lire.

Sebbene i reati di falso e corruzione siano ormai caduti in prescrizione, resta aperta l’ipotesi di inquinamento ambientale, poiché eventuali sostanze tossiche potrebbero ancora contaminare suolo e falde.

Gli sviluppi

Tutti gli indagati restano innocenti fino a prova contraria. Con questa nuova fase d’indagine, la Procura guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni intende far luce su uno dei luoghi simbolo delle ombre del litorale domizio, segnato da decenni di speculazioni edilizie e sospetti ambientali.

L’obiettivo è duplice: accertare le responsabilità del passato e, al contempo, rilanciare un’area che potrebbe trasformarsi in un esempio di bonifica e rinascita ambientale per l’intera provincia di Caserta.

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