Santa Maria a Vico. Una vera e propria tela quella intessuta da Clemente De Lucia detto il ragno, indagato a piede libero per il procedimento di questa mattina in merito agli arresti a Santa Maria a Vico per scambio politico mafioso.
Era il ragno il trait d’union tra il ras Raffaele Piscitelli e gli esponenti dell’amministrazione comunale di Santa Maria a Vico.
Quello che emerge è un quadro davvero surreale, in pratica molto dal punto di vista elettorale si decideva nella frazione San Marco, una sorta di centro di potere con famiglie di pregiudicati anche ambiziose che miravano a gestire una fiera cittadina, poi una sorta di dog park, poi un forno per cremazioni nel cimitero, oltre alla questione del chiosco in piazza San Marco che doveva essere messo a posto come dicevano loro.
Il ragno aveva contatti costanti con il sindaco Andrea Pirozzi che gli aveva addirittura consigliato di prendere una società sportiva per poi andare a gestire un bar nel costruendo palasport. Questo emerge dalle intercettazioni.
Un capitolo a parte meritano le pressioni di De Lucia al sindaco affinché si impegnasse presso il provedditorato per far avere un avvicinamento ai familiari, cosa che non riuscirà.
Tantissime le richieste all’indomani dell’appuntamento elettorale del 2020.
Successivamente e soprattutto nel 2021, il ragno si va ad interfacciare tantissimo con il consigliere comunale Giuseppe Nuzzo, allora assessore.
Clemente diceva di averlo accreditato come suo referente, per cui lo aveva fatto incontrare con Raffaele Piscitelli.
In questa circostanza De Lucia faceva riferimento anche all’estromissione dalla lista di Pasquale Crisci ricollegandola ad un unico disegno criminoso che prevedeva l’appoggio elettorale anche a Nuzzo Giuseppe in cambio di concessioni che avrebbero permesso a Piscitelli Raffaele di dismettere l’attività (di facciata) di allevatore di pecore.
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