
Casagiove/Caserta/Castel di Sasso. Nuovi sviluppi nell’inchiesta sulla maxi frode “carosello” nel commercio di carburanti coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni. Dopo l’esecuzione del sequestro preventivo disposto dal gip, emergono ulteriori dettagli sui soggetti e le società coinvolte nel vasto sistema di evasione fiscale che avrebbe generato un danno per l’erario di oltre 17 milioni di euro.
Al centro delle indagini figurano due società casertane: la Verna Gas di Casagiove, riconducibile a un nucleo familiare padre e figlio, e la San Marco Petroli di Castel di Sasso, il cui amministratore risulta tra gli indagati principali. Entrambe, secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Guardia di Finanza di Caserta, avrebbero avuto un ruolo determinante nel meccanismo di compravendita di carburante attraverso società “cartiere” e “filtro”.
Le verifiche, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta, agli ordini del tenente colonnello Carlo Cardillo, con il supporto del I Gruppo della Guardia di Finanza di Napoli, hanno permesso di individuare una fitta rete di imprese fittizie con base operativa tra Napoli, Caserta e Latina.
Secondo le ipotesi investigative, le società acquistavano benzina e gasolio senza versare l’Iva, grazie all’utilizzo di false dichiarazioni d’intento e prestanome con precedenti penali. Prima delle scadenze fiscali, le aziende venivano poi chiuse o poste in liquidazione per eludere i controlli.
Gli inquirenti stimano un volume di oltre 87 milioni di litri di carburante immessi sul mercato, con una frode complessiva pari a 96 milioni di euro di fatture false. Le indagini proseguono per accertare i reali beneficiari economici del sistema e possibili collegamenti con altri operatori del settore energetico in Campania e nel Lazio.

