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Corruzione in Comune, ingegnere chiede interrogatorio e salta udienza

Caserta. Rinviata a gennaio la discussione preliminare nel processo che coinvolge politici, dirigenti e imprenditori casertani

Nuovo rinvio nel procedimento giudiziario per corruzione che coinvolge ex amministratori, funzionari comunali e imprenditori del Comune di Caserta. L’udienza preliminare, fissata per discutere eventuali richieste di rito alternativo e la validità delle intercettazioni confluite da un’indagine per droga, è stata rinviata al 13 gennaio.

A determinare lo slittamento è stata la richiesta avanzata da Franco Biondi, ex dirigente comunale, che ha chiesto di essere sentito dal giudice dell’udienza preliminare. Tuttavia, l’istanza è arrivata fuori dai tempi procedurali previsti, rendendo necessario un rinvio per consentire l’organizzazione dell’interrogatorio. Il giudice Maria Pasqualina Gaudiano, che presiede la fase preliminare presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha quindi disposto il rinvio della seduta per garantire il diritto di difesa e l’acquisizione delle nuove dichiarazioni.

Sul fronte difensivo, nel procedimento risultano impegnati gli avvocati Giuseppe Foglia, Angelo Raucci, Giuseppe Stellato, Gennaro Iannotti, Vittorio Giaquinto, Vincenzo Iorio, Vincenzina Vatiero, Giuseppe Cicala, Alfonso Quarto, Dario Pepe.

L’indagine e le accuse

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, vede tra i principali imputati l’ex vicesindaco Emiliano Casale e l’ex assessore Massimiliano Marzo, insieme ai dirigenti Franco Biondi e Giovanni Natale, ai dipendenti comunali Giuseppe Porfidia e Gaetano Di Tora, allo staffista Magdi Khachermi e agli imprenditori Gioacchino Rivetti, Gennaro Rondinone, Raffaele Nunziante e Pasquale Marotta.
Secondo l’accusa, sarebbero stati promessi e poi assegnati appalti pubblici in cambio di favori elettorali nelle amministrative del 2021. Le commesse, riguardanti la manutenzione del verde e lavori in alcune scuole, sarebbero state gestite grazie all’intervento di dipendenti comunali che, in cambio, avrebbero ricevuto benefici personali. L’indagine è tra quelle che portarono allo scioglimento del Comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche.

 

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