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Agguato al nipote del capoclan, colpo di spugna per 6

SAN CIPRIANO D’AVERSA/FORMIA. Tentato omicidio di Gustavo Bardellino, archiviazione per tutti gli indagati Nessun colpevole per l’agguato al nipote del fondatore dei Casalesi

Non ci saranno processi per il tentato omicidio di Gustavo Bardellino, parente diretto di Antonio Bardellino, storico fondatore del clan dei Casalesi. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, Ilaria Tarantino, ha disposto l’archiviazione per tutti e sei gli indagati coinvolti nella vicenda, chiudendo di fatto uno dei casi più discussi degli ultimi anni nel basso Lazio.

L’agguato risale al 15 febbraio 2022 e si verificò presso la concessionaria Buonerba, in via Ponteritto, nella zona di Gianola a Formia, dove la vittima lavorava come dipendente. Bardellino fu colpito da due proiettili calibro 9×21, uno dei quali lo raggiunse alla spalla, rendendo necessario un intervento chirurgico urgente per l’estrazione del proiettile.

Tra i nomi finiti inizialmente sotto inchiesta figuravano l’imprenditore Luigi Diana, considerato il possibile mandante; Giovanni Lubello, ex marito di Katia Bidognetti e già genero del boss Francesco “Cicciotto ’e mezzanotte” Bidognetti; Luigi Di Tella, coinvolto in precedenza nell’operazione antidroga Anagiri 2; Domenico Scotto, già citato in indagini come Touch and Go e Traqueteros; e infine i fratelli Gianluca e Domenico Buonerba, titolari dell’autosalone dove avvenne l’agguato.

Secondo la prima ricostruzione investigativa, il movente sarebbe stato di natura passionale, legato a un presunto tradimento della moglie di Diana. Tuttavia, nel corso delle indagini, questa pista non ha trovato alcuna conferma concreta. Le audizioni dell’imprenditore e della consorte hanno infatti condotto gli inquirenti verso altri scenari.

Non si esclude che il tentato omicidio possa essere maturato in un contesto di rivalità camorristiche e traffici illeciti nel basso Lazio, come riferito anche dai collaboratori di giustizia Vincenzo D’Angelo e Antonio Lanza. Una direzione investigativa che, tuttavia, non ha ancora prodotto elementi sufficienti per sostenere un’accusa.

Con l’archiviazione, cala dunque il sipario giudiziario su una vicenda che intrecciava vecchi rancori, sospetti familiari e possibili affari criminali.

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